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Irene Mori, un nuovo collaboratore di ArezzoWeb.it

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Irene Mori, un nuovo collaboratore di ArezzoWeb.it

Arezzo – Da oggi ArezzoWeb.it ha un nuovo collaboratore. La Redazione ha il piacere di accogliere all'interno del suo staff una giovane scrittrice aretina. Irene curerà per noi le recensioni di libri.
Il Direttore e tutto lo staff di ArezzoWeb.it accoglie con un caloroso benvenuto la nuova penna in Redazione. Qui sotto Irene ci racconta un po' di se, dei suoi interessi e dei suoi sogni per il futuro.

Sono Irene Mori, una scrittrice. Luce oscura è il mio esordio.
Ma partiamo dall'inizio. Scrivo storie e racconti da quando ho effettivamente imparato a scrivere. Forse ho iniziato questa…carriera perché sin da piccola amavo ascoltare storie, di tutti i tipi, imparandole persino a memoria.
Così, quando ho imparato a scrivere, ho deciso di raccontare io qualcosa. Ed è sempre stato così, ormai da quasi quattordici anni. Tutt'ora leggo molto, libri di ogni genere, e soprattutto di ogni nazionalità, perché mi piace avere punti di vista e modalità narrative tutte molto diverse tra loro. Il mio primo romanzo effettivo l'ho scritto all'età di quattordici anni. Neanche a dirlo, era una storia di tipo adolescenziale, forse un po' troppo angosciante e sdolcinata, considerando quello che passa per la testa di una ragazzina di quell'età. Ma già da lì era partito quello che amo fare nei miei racconti: mostrare qualcosa della vita, di ogni tipo di vita, le ingiustizie, certo, ma anche le bellezze (non a caso il romanzo si chiamava La bella vita).
Con Luce oscura ho toccato tasti un po' differenti. Certo, era la storia di un adolescente, scritta da un adolescente di diciassette anni. Ma in un altro tempo, fine anni Novanta, e in un altro Stato, l'Argentina. Leandro, diciannovenne amante del ballo, conduce una vita abbastanza tranquilla, eccezion fatta per il rapporto complicato con il padre. Ma il mondo gli crolla addosso quando scopre un'agghiacciante verità: di essere figlio di una giovanissima desaparecida, di cui il suo cosidetto padre fu l'aguzzino.
E da lì comincia il cammino di Leandro, fatto di disperazione, di dolore, ma anche di novità e di gioia, con sullo sfondo la denuncia alla barbarie commessa in Argentina negli anni della dittatura.
Perché questo tema? mi chiedono in molti. La risposta è semplicissima ma per me è anche carica di significato: quella che per me è come una zia, una cara amica di mia madre, che mi conosce da quando sono nata, scappò da quell'inferno all'età di venticinque anni, e forse è stata anche l'ingiustizia subita specialmente da lei a farmi scrivere questo romanzo. Il mio libro, pubblicato dalla casa editrice Albatros Il Filo, sta procedendo bene. La casa editrice è stata scelta quasi per caso su un annuncio su “La Repubblica”, cercava opere prime di scrittori esordienti, così l'ho inviato senza farmi troppe illusioni.
E, invece, a marzo 2010, è stato pubblicato. A novembre dello stesso anno è arrivato terzo al prestigioso concorso “Mario Soldati”, edito dal centro Pannunzio, di Torino.
Attualmente sto studiando all'Università degli Studi di Siena sede Arezzo, indirizzo lingue e comunicazione interculturale. Certo, gli impegni ci sono, ma avrò sempre tempo per scrivere, anche senza la certezza di pubblicare qualcos'altro un giorno.

Articlolo scritto da: Stefano Pezzola