Home Cronaca Lettera aperta all’Arcivescovo Riccardo Fontana e ai Sacerdoti aretini

Lettera aperta all’Arcivescovo Riccardo Fontana e ai Sacerdoti aretini

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Arezzo – Si avvicina la Pasqua, festa di rinascita ma non per gli animali: anche quest’anno saranno centinaia di migliaia gli agnelli e i capretti sgozzati in pochi giorni per una discutibile e crudele tradizione.

Le sezioni aretine dell'Ente nazionale per la protezione degli animali (Enpa), della Lega anti vivisezione (Lav) e dell'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa), forti anche delle richieste fatte loro dai propri associati, inviano una lettera aperta all'arcivescovo, Monsignor Riccardo Fontana, e a tutti i sacerdoti aretini chiedendo una loro parola per fermare la “strage degli agnelli”.

Eccellenza Illustrissima e Reverendissima,
Cari Sacerdoti,

fra qualche giorno arriverà la Santa Pasqua, giorno in cui festeggeremo la resurrezione di Gesù Cristo. Per noi fedeli, tale evento dona un significato ancor più grande alla Vita in tutte le sue magnifiche espressioni. La Natura stessa in questo periodo sembra gioirne, portando a fiore le piante e rendendo madri le creature di nostro Signore. Le stesse creature che San Francesco ci ha insegnato a considerare come nostri Fratelli minori.

Come lui, altri grandi uomini della Chiesa ci hanno insegnato ad amare e rispettare il Creato e la Vita: per San Tommaso d'Aquino era "evidente che se un uomo mostra una pietosa compassione per gli animali, ancor più egli è disposto a comportarsi pietosamente verso i propri simili". Anche Papa Pio XII si rifece ancora a tale principio: "Ogni impulso di uccidere gli animali senza giustificazione, ogni maltrattamento e ogni crudeltà verso di loro vanno senz'altro condannati. Anche perché tale comportamento esercita una nefasta influenza sull'animo dell'uomo e lo rende abietto". San Basilio vescovo di Cesarea scriveva: "O Dio, rafforza in noi il senso di fratellanza con tutte le cose viventi, con i nostri piccoli fratelli a cui hai dato questa terra come rifugio assieme a noi".

Papa Giovanni Paolo II riferendosi agli animali ebbe a dire che "anche loro derivano da un Soffio Divino"; lo stesso Papa Benedetto XVI, più recentemente, ha detto che Gesù non ha mangiato l'agnello nell'ultima cena. Il Santo Padre ha anche affermato che Gesù è stato il vero Agnello che si è immolato per il bene di tutti.

Tali insegnamenti ci invitano ad amare e rispettare tutte le creature di Dio cercando di vivere in armonia con esse. L'amore per la Vita che Gesù Cristo e tanti uomini della Chiesa dopo di Lui ci hanno insegnato stridono però con la tradizione che giustifica la costante mattanza della domenica di Pasqua. Anche quest'anno, infatti, centinaia di migliaia fra agnelli e capretti troveranno la morte per questa ricorrenza.

La nostra preghiera oggi si rivolge a Voi, perché con le Vostre parole possiate invitare i fedeli alla consapevolezza delle proprie azioni in nome di una riflessione profonda sul rapporto tra uomo e animale. Domandate loro se abbiano o meno necessità di mangiare carne d'agnello o se non esistano piatti vegetariani della tradizione che potrebbero essere riscoperti in modo da festeggiare la Vita con la Vita.

Una Vostra parola, una riflessione su questo tema ci riempirebbe di gioia e di felicità.
Sandra Capogreco, Ente nazionale protezione animali (Enpa) Arezzo
Marco Gallorini, Lega anti vivisezione (Lav) Arezzo
Sara Giuliattini, Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) Arezzo