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Libia, ancora in azione nostri aerei

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Libia, ancora in azione nostri aerei

Trapani, 21 mar. (Adnkronos/Ign) – Proseguono le operazioni della coalizione internazionale sui cieli della Libia. E' il terzo giorno di 'Odyssey Dawn'. L'intensità dell'azione militare Usa in Libia potrebbe avere già raggiunto il suo picco. Lo rende noto il portavoce dell'Africa Command statunitense, Vince Crowley, che spiega: "Stiamo passando dalla fase di azione alla fase di pattugliamento, la partecipazione dei nostri aerei si è in qualche modo ridotta". Comunque la no-fly zone coprirà presto un'area di 1.000 chilometri, ha detto il generale statunitense Carter Ham, comandante di Africom. Ham ha ricordato che l'obiettivo della missione è la "protezione dei civili".. L'intervento militare in Libia è stato finora "un successo", ha affermato il ministro degli esteri francese Alain Juppè al termine del Consiglio Ue affari esteri a Bruxelles. Secondo il ministro, infatti, l'intervento della 'coalizione dei volenterosi' ha "evitato un bagno di sangue" tra i civili a Bengasi, dove si sono asserragliate le forze d'opposizione al regime di Gheddafi. Juppè ha anche dichiarato che la Nato è "disposta a intervenire a sostegno" della coalizione "tra qualche giorno".
E nel caso in cui non si arrivasse ad un accordo sul comando Nato per l'operazione, l'Italia, fa sapere il nostro ministro degli Esteri Franco Frattini, potrebbe decidere di assumere il controllo delle proprie basi. Se non si arrivasse ad un comando unico sotto l'ombrello della Nato, "dovremo trovare un modo affinché, se ci fosse la moltiplicazione dei comandi, l'Italia assuma la responsabilità del controllo sulle proprie basi". Quanto al rimorchiatore italiano bloccato dalle autorità libiche sabato, il mezzo è ancora in navigazione e non ha raggiunto un attracco.
Frattini ha dichiarato: "E' una rotta che stiamo seguendo molto da vicino per evitare in primo luogo rischi all'incolumità degli italiani a bordo". I ministri degli esteri dei 27, intanto, hanno deciso che l'Ue è pronta a inviare una missione militare umanitaria in Libia. "L'Ue è pronta a fornire un sostegno nell'ambito della politica comune di sicurezza e difesa (Csdp) all'assistenza umanitaria in risposta a una richiesta dell'Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha) e sotto il coordinamento Onu", si legge nelle conclusioni adottate dal Consiglio Ue affari esteri a Bruxelles. Inoltre "tali azioni rispetteranno pienamente le linee guida Onu sull'uso degli asset militari e di difesa civile (Mcda)".
Nel secondo giorno delle operazioni militari in Libia, sono stati impiegati anche gli aerei italiani. Poco dopo le 20, dalla base militare di Trapani Birgi sono partiti sei Tornado che hanno raggiunto la Libia. "L'operazione condotta dai nostri velivoli è stata un'operazione di soppressione delle difese aeree avversarie – ha spiegato il Colonnello Mauro Gabetta, Comandante del 37esimo Stormo della base militare di Trapani Birgi – E' stata condotta positivamente e i nostri ragazzi sono tornati a casa''.
E oggi si registrano nuovi movimenti delle nostre forze. Da Trapani sono partiti sei Tornado. Alcuni sono già rientrati. Atterrati anche i due F16 decollati nel primo pomeriggio di oggi. Top secret l'intervento dei due caccia intercettori. Alla base militare le bocche sono cucite sulle operazioni militari svolte dai velivoli. Sono decollati oggi anche tre velivoli spagnoli dalla base aerea di Decimomannu, in Sardegna. Si tratta, secondo quanto si apprende, di due caccia F18 e di una aereo cisterna, giunti nella base sarda due giorni fa. Entrati in azione per la loro prima uscita anche gli F-16 del Belgio. Negli attacchi sferrati finora, un missile ha colpito e completamente distrutto un edificio ''di comando e di controllo'' di Gheddafi nel complesso di Bab el Aziziya a Tripoli. Lo riferisce un funzionario della coalizione a 'SkyNews', precisando che l'edificio si trova a circa 50 metri dalla tenda dove il Colonnello è solito incontrare i suoi ospiti a Tripoli.
Fumo è stato visto innalzarsi dall'edificio che, oltre a essere la residenza militare di Gheddafi, era anche una caserma militare. Circolano inoltre voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello, il quale sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell'opposizione libica 'al-Manara', Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi quando un pilota dell'aviazione libica passato con l'opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. Intanto le brigate fedeli a Muammar Gheddafi hanno bombardato il centro della città di Zintan, in Tripolitania.
Lo ha annunciato una fonte dei ribelli libici citata dalla tv satellitare 'al-Arabiya'. Le forze fedeli al Colonnello starebbero inoltre portando civili a Misurata dalle città vicine per usarli come scudi umani. Lo ha riferito uno dei portavoce dei ribelli, che dal 17 febbraio stanno combattendo la rivoluzione contro il raìs. Citato dalla 'Bbc', il portavoce ha aggiunto che ieri, sempre a Misurata, nella Libia occidentale, sette persone sono rimaste uccise negli scontri tra gli insorti e l'armata verde. Nella città della Tripolitania si continua a combattere. Le brigate fedeli al regime avrebbero sparato oggi su una folla nel centro della città, provocando la morte di almeno 9 persone. Lo riferisce un testimone alla tv satellitare 'al-Arabiya'.
Ciononostante dai ribelli non c'è disponibilità al negoziato. ''Ci ritroviamo in una guerra a cui siamo stati costretti dal dittatore – ha detto, citato da al-Jazeera, Adel Abdelhafidh Ghoka, dirigente del Consiglio nazionale transitorio, in una conferenza stampa a Bengasi – Ci rifiutiamo di negoziare con lui, vogliamo vedere la sua fine, è considerato a livello internazionale un criminale di guerra e sarà giudicato per genocidio''. Ghoka ha quindi dato tempo fino a domani agli uomini di Gheddafi a Bengasi per arrendersi, evitando in questo modo di ''scontrarsi con la resistenza ed essere trattati come nemici della rivoluzione''. L'esponente degli insorti ha quindi parlato di Misurata, dove la situazione è ''critica'' a causa della mancanza di acqua, carburante ed elettricità. E ha assicurato che anche a Tripoli ci sono rivolte di cui però per i media è difficile parlare e che subiscono una dura repressione da parte del regime.

Articlolo scritto da: Adnkronos