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Libia, liberati i giornalisti italiani

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Tripoli, 25 ago. (Adnkronos/Ign) – I quattro giornalisti italiani rapiti ieri in Libia sono stati liberati con un blitz in un appartamento di Tripoli. Lo ha annunciato per primo il sito del ''Corriere della Sera'. Poco dopo il ministero degli Esteri ha confermato ad AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL la loro liberazione senza fornire altri dettagli sulle circostanze della liberazione. "Sono vivo, vegeto e libero": sono state le prime parole di Domenico Quirico, che si e' messo in contatto con la redazione de La Stampa da Tripoli. "Adesso sto bene, fino a un'ora fa pensavo di essere morto". A riferire le prime parole di Quirico, dopo la liberazione dei giornalisti italiani, e' il sito del quotidiano torinese, in cui si legge che "non e' ancora chiara la dinamica delle operazioni" che hanno portato al rilascio dei reporter.
"Stiamo bene" ha detto l'inviata del Corriere della Sera Elisabetta Rosaspina parlando al telefono con il direttore del quotidiano Ferruccio De Bortoli. La giornalista – come riferisce il sito del Corsera – ha rassicurato che tutti stanno bene ed e' apparsa tranquilla. Quando de Bortoli ha provato a parlare con l'altro inviato, Giuseppe Sarcina, e' caduta la linea e non e' piu' stato possibile proseguire nella comunicazione. Sempre sul Corriere si legge che "non e' ancora chiara la dinamica, anche se le fasi della liberazione sarebbero state concitate e violente. Sembra che il carceriere abbia lasciato la casa gia' nella notte scorsa ed e' probabile che i cronisti siano rimasti nell'appartamento per evitare imboscate nelle pericolose strade di Tripoli".
"Il nostro primo pensiero va all'autista ucciso a sangue freddo dai sequestratori" hanno poi dichiarato i giornalisti italiani, appena liberati.. Sempre oggi è finito l'incubo anche per Matthew VanDyke, un giornalista americano che era scomparso in Libia lo scorso marzo: da allora i soldati di Gheddafi lo tenevano rinchiuso nella famigerata prigione di Abu Salim di Tripoli. Il 32enne giornalista ha raccontato di essere stato tenuto in isolamento in questi mesi, senza ricevere nessuna informazione su quello che succedeva all'esterno. Quando si sono presentati degli uomini alla sua cella ieri pensava che fossero venuti ad ucciderlo, ma erano i ribelli che avevano occupato la prigione e stavano liberando i prigionieri. Il dipartimento di Stato ha fatto sapere che sono 4 gli americani – catturati in questi mesi dalle forze di Gheddafi – che sono stati rilasciati ieri, mentre un quinto cittadino Usa e' stato liberato la scorsa settimana. E mentre il regime continua a perdere pezzi – il numero due dell'intelligence, il generale Khalifah Mohammed Ali, e il ministro della Sanita', Mohammed Hijazi, sono passati con i ribelli – stamani a Tripoli si registra una calma apparente anche se le sacche di resistenza dei lealisti continuano a costituire una minaccia. Secondo la Bbc, stamani a Tripoli l'atmosfera sembra calma, mentre proseguono gli scontri a sud della capitale libica. Intanto ad Ajdabiya i ribelli sperano di poter negoziare una tregua con i lealisti di Muammar Gheddafi di Sirte, citta' natale del colonnello. Anche se, sottolinea la tv, alcuni lealisti sembrano determinati a continuare a combattere. Violenti combattimenti si registrano invece oggi a un centinaio di chilometri da Sirte, la citta' natale di Muammar Gheddafi. Stando alla Bbc, dopo il lancio di alcuni razzi dalla zona degli scontri tra lealisti del colonnello e ribelli si vedono levarsi colonne di fumo.

Articlolo scritto da: Adnkronos