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Libia, rapiti 4 giornalisti italiani Tripoli

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Tripoli, 25 ago. (Adnkronos/Ign) – Cauto ottimismo sulle sorti dei quattro giornalisti italiani rapiti ieri in Libia. Nelle mani dei lealisti di Gheddafi ci sono i due inviati del Corriere Elisabetta Rosaspina e Giuseppe Sarcina, Claudio Morici di Avvenire e Domenico Quirico de La Stampa. "Quirico e Morici hanno chiamato casa. Segno positivo, si rafforza la speranza di una liberazione" ha scritto nella notte, su Twitter Ferruccio De Bortoli, direttore del Corriere della Sera, sottolineando che "aspettiamo fiduciosi". I ribelli nel frattempo hanno liberato Matthew VanDyke, un giornalista americano che era scomparso in Libia lo scorso marzo: da allora i soldati di Gheddafi lo tenevano rinchiuso nella famigerata prigione di Abu Salim di Tripoli. Il 32enne giornalista ha raccontato di essere stato tenuto in isolamento in questi mesi, senza ricevere nessuna informazione su quello che succedeva all'esterno.
Quando si sono presentati degli uomini alla sua cella ieri pensava che fossero venuti ad ucciderlo, ma erano i ribelli che avevano occupato la prigione e stavano liberando i prigionieri. Il dipartimento di Stato ha fatto sapere che sono 4 gli americani – catturati in questi mesi dalle forze di Gheddafi – che sono stati rilasciati ieri, mentre un quinto cittadino Usa e' stato liberato la scorsa settimana. E mentre il regime continua a perdere pezzi – il numero due dell'intelligence, il generale Khalifah Mohammed Ali, e il ministro della Sanita', Mohammed Hijazi, sono passati con i ribelli – stamani a Tripoli si registra una calma apparente anche se le sacche di resistenza dei lealisti continuano a costituire una minaccia. Secondo la Bbc, stamani a Tripoli l'atmosfera sembra calma, mentre proseguono gli scontri a sud della capitale libica. Intanto ad Ajdabiya i ribelli sperano di poter negoziare una tregua con i lealisti di Muammar Gheddafi di Sirte, citta' natale del colonnello. Anche se, sottolinea la tv, alcuni lealisti sembrano determinati a continuare a combattere. ''Tripoli e' piena di cecchini'' ha riferito un abitante della capitale libica in una testimonianza alla tv satellitare al-Jazeera. ''Rimanete in casa, rimanete al sicuro, la citta' e' piena di cecchini – ha detto Maram Wafa parlando con l'emittente – La citta' non e' sicura, anche se e' sotto il nostro controllo non e' sicura, bisogna fare molta attenzione''. La Wafa, spiegando di voler inviare tramite la tv un ''messaggio speciale agli abitanti di Tripoli'', ha sottolineato come sia importante ''rimanere in casa perche' altrimenti si contribuisce a rendere le cose piu' diffili per i combattenti per la liberta''', ovvero i ribelli che domenica sono entrati a Tripoli e due giorni fa a Bab al-Aziziya, la residenza-bunker di Muammart Gheddafi nella capitale libica. ''Credetemi, rimanete in casa – ha concluso – sara' innanzitutto una sicurezza per voi e, in secondo luogo, farete un favore ai combattenti''.

Articlolo scritto da: Adnkronos