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Libia, scomparso un peschereccio italiano

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Libia, scomparso un peschereccio italiano

Siracusa, 31 mar. – (Adnkronos) – Un peschereccio di Siracusa è scomparso ieri sera, verso le 23, dopo aver lanciato un sos al comando generale della guardia costiera. Il 'Mariella', come si apprende dalla guardia costiera di Siracusa, si trovava a 50 miglia a ovest di Bengasi quando è avvenuto l'ultimo contatto. Di circa 20 metri, con tre persone a bordo, il peschereccio impegnato nella pesca già dallo scorso 24 marzo. L'imbarcazione, si legge in una nota del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, si trovava nel golfo della Sirte (acque libiche) quando ha lanciato la richiesta di sos con la 'bluebox', sistema di rilevamento satellitare che collega le unità da pesca con la centrale operativa delle Capitanerie di porto. Dopo l'allarme, sugli schermi l'unità si è spostata al massimo della propria velocità, ed è infine scomparsa. Inutili tutte le chiamate radio e telefono eseguite per tutta la notte dalla Guardia costiera italiana, che ha coinvolto nella ricerca tutte le navi militari e mercantili presenti in zona.
L'equipaggio dell'unità è composto dal capobarca Angelo Miraglia, 43 anni, Ernesto Len di 62 anni, e Giuseppe Gennuso, 56 anni. Intanto il ministro degli Esteri Franco Frattini avrà un colloquio lunedì a Roma con il rappresentante della politica estera del Cnt, il Consiglio nazionale transitorio di Bengasi. Lo ha annunciato lo stesso ministro intervistato durante 'La telefonata' di Maurizio Belpietro del programma Mattino Cinque. Ricordando di aver parlato "più volte con il capo di questo gruppo, anche l'altro ieri a Londra", Frattini ha proseguito spiegando che a Bengasi "abbiamo un contatto forte" e c'è "un consolato che è aperto sempre -ha aggiunto- con nostri funzionari che hanno dei contatti".
Quanto alle preoccupazioni sulla presenza di uomini di al Qaeda nella rivolta libica, ha affermato: "Ci sono state molto all'inizio; poi ci siamo resi conto che è interesse di questo gruppo di Bengasi isolare fortemente i fondamentalisti". Sul fronte della rivolta, gli insorti libici stanno facendo ritorno a Brega, importante terminal petrolifero della Cirenaica a 250 chilometri da Bengasi, dopo essere stati messi in fuga ieri dall'arrivo delle truppe fedeli al colonnello Muammar Gheddafi
. Lo riferisce l'emittente satellitare al-Arabiya. Nella serata di ieri, i media internazionali davano Brega per riconquistata dalle forze del raìs. Un fatto che riporterebbe la situazione al punto in cui era il 26 marzo, prima della grande rimonta degli insorti. Secondo al-Jazeera, questa mattina i ribelli sono riusciti a cacciare le brigate fedeli a Gheddafi fuori da Brega. I soldati del regime si trovano in questo momento all'entrata occidentale della città. Dal canto suo Londra conferma l'arrivo del ministro degli Esteri libico Moussa Koussa il quale ha affermato di essere "arrivato per sua scelta", di essersi "dimesso" e di non voler più lavorare per il Colonnello. Lo ha spiegato nella notte un portavoce del Foreign Office britannico, citato dalla Bbc. ''Possiamo confermare che Koussa è arrivato all'aeroporto di Farnborough il 30 marzo dalla Tunisia – ha detto il portavoce – Stiamo discutendo con lui e forniremo maggiori dettagli al momento opportuno".
Moussa Koussa, che esponenti del governo britannico hanno sottoposto a un lungo confronto per capire con quali intenzioni si sia recato nel paese e se la sua profonda conoscenza del regime libico possa essere utile per mettere fine in breve tempo alla crisi in corso, "è una delle figure di maggior spicco nel governo di Gheddafi e il suo ruolo era quello di rappresentare il regime a livello internazionale, ruolo che non vuole più svolgere", ha aggiunto il portavoce. Nei giorni scorsi Londra ha invitato gli esponenti della leadership libica ad abbandonare il proprio ruolo. "Incoraggiamo tutti coloro che sono vicini a Gheddafi ad abbandonarlo e a lavoare per un futuro migliore per la Libia, che consenta la transizione politica e riforme reali, che soddisfino le aspirazioni del popolo", ha concluso il portavoce. Secondo il governo di Tripoli però, riferisce sempre la Bbc, Koussa non avrebbe dato le dimissioni ma è in missione diplomatica. Ma anche Gamal Moussa Koussa, figlio del ministro degli Esteri libico, ha confermato che suo padre si è dimesso dall'incarico ed è fuggito nel Regno Unito su un volo da Tunisi. Gamal ha riferito la notizia con un comunicato alla 'Bbc' in lingua araba.

Articlolo scritto da: Adnkronos