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Michele Bartoli per Prestigio

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Il "leoncino delle Fiandre", vincitore di due Liegi-Bastogne-Liegi, ha appeso la bicicletta al chiodo sette anni fa, spinto in realtà più dagli infortuni che dai rigori di un'anagrafe che, con il "senno di poi", avrebbe potuto ancora regalargli tante soddisfazioni. Ma Michele Bartoli – 40 anni lo scorso 27 maggio – dal ciclismo non si è mai separato: “Mi piacerebbe rientrare nel mondo dei professionisti – dice – ma con un progetto serio e credibile, che possa fare bene al ciclismo e ai corridori. Io non cerco un lavoro, ma una sfida. Gli impegni superficiali, quelli assunti per strappare l'ingaggio, non m'interessano". E allora, almeno per il momento, anzichè salire su un'ammiraglia e vestire le insegne del diesse, come tanti gli avevano proposto, Bartoli ha preferito impugnare matita e righello e, condensando in un bozzetto 32 anni di ciclismo, ha tratteggiato il telaio dei sogni, "perchè – assicura – io che in bicicletta ci sono nato so bene che cosa cerca un ciclista".

Oggi Bartoli è il testimonial principale dell'azienda sammarinese Prestigio, che l'ha reclutato come consulente tecnico. Non un semplice autografo su una bici, ma un ingaggio con una missione ben precisa: esprimere in un telaio il know-how progettuale di una carriera esaltante: “In sella sono sempre stato un meticoloso – spiega – un corridore molto attento ai dettagli. Così, quando l’ad Di Marco mi ha proposto questo progetto, ho subito intuito che poteva essere una strada interessante. In collaborazione con i tecnici di Prestigio abbiamo messo a punto un telaio davvero bello, di cui vado particolarmente orgoglioso". Una creazione dedicata non ad un grande ex del ciclismo, ma ad un poeta contemporaneo – Paolo Coelho – i cui versi hanno ispirato la nascita del modello Bartoli Altair: "La considero un po' una fuoriserie del ciclismo – spiega l'ex campione pisano – si tratta di un telaio, 100% made in Italy, fasciato con tubi “T-1000” rifinito con particolari tecnici che consentono di ottenere la massima rigidità, una grande stabilità e un´assoluta reattività in ogni situazione di guida". Già, ma perchè Altair? "E' un termine che, in arabo, significa 'aquila che vola' ed è anche il nome della stella più luminosa della Costellazione dell'Aquila. E' la quadratura del cerchio: un animale non solo nobile ed astuto ma anche capace di volare e superare di slancio tutte le difficoltà. L'idea – prosegue Bartoli – mi è venuta leggendo il 'Il Manuale del Guerriero della Luce' di Paolo Coelho, un testo che ci mette alla prova, offrendoci le giuste motivazioni per guardare avanti e centrare obiettivi ambiziosi che potrebbero sembrare irraggiungibili. Quando correvo e avevo un periodi di crisi, mi rifugiavo tra quelle pagine e devo dire che ho sempre trovato le risposte che cercavo".

Tra le “nuove" creazioni di Michele Bartoli anche la Gran Fondo a lui intitolata che, il prossimo 8 maggio, nel territorio della provincia lucchese, celebrerà la sua sesta edizione: “E' una manifestazione – dice – che mi sta dando parecchie soddisfazioni. Gli iscritti aumentano sempre e gli ex compagni al via non mancano mai".