Arezzo – L’Amministrazione Comunale di Monte San Savino ha deciso, con l’inizio del nuovo anno, di omaggiare tutti i ragazzi savinesi che compiranno i diciotto anni di età con la Costituzione della Repubblica Italiana. Ogni maggiorenne riceverà tramite posta poco prima del suo diciottesimo anniversario di nascita una copia dell’importante testo da parte del Comune. “Compiere diciotto anni costituisce una meta importante – dice il Sindaco Carlo Alberto Carini – con il raggiungimento di questo traguardo è possibile assaporare cosa significa vivere pienamente e responsabilmente la vita di ognuno all’interno della società. Nell’ordinamento italiano, con il compimento della maggiore età, si raggiunge la piena capacità di agire, che da l’opportunità di poter realizzare i propri progetti, i propri sogni, costruendo il proprio futuro. La comunità italiana, maturata nei secoli – continua il primo cittadino – ha raggiunto degli obiettivi importantissimi, basti pensare alla Libertà e Democrazia in cui viviamo, dove ognuno di noi può contribuire in maniera costruttiva con le proprie azioni ed idee, a realizzare un futuro migliore sia per noi che per i nostri figli. L’impegno ed il sacrificio dei nostri padri, ci consente ogni giorno di vivere in una moderna Democrazia, dove la solidarietà sociale e la responsabilità civica si fanno sempre più spazio tra il qualunquismo e l’egoismo individuale. Saranno i giovani a dover raccogliere questa eredità con la ferma consapevolezza che il miglioramento deve essere continuo e costante, per questo l’impegno cosciente di ciascuno è importante e imprescindibile. Per continuare a costruire una società vivibile “a misura d’uomo” – conclude Carini – rispettosa sia del nostro prossimo che del nostro territorio, dove la responsabilità civica di ognuno predomini per il bene nostro e delle future generazioni. Ho voluto donare ai diciottenni la Costituzione poiché al mondo d’oggi sono necessarie le loro idee, i loro sogni ed i loro progetti di vita conoscendo quali sono i principi fondanti della società in cui viviamo”.