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Nucleare, dopo lo stop svizzero Leuthard apre a sviluppi tecnologici

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Zurigo, 30 mag. – (Adnkronos/Ats) – Dopo la decisione del Consiglio federale elevetico di uscire gradualmente dal nucleare, ora il consigliere federale Doris Leuthard, apre ad eventuali sviluppi tecnologici. ''Se nei prossimi 30 anni dovesse riuscire la fusione nucleare e se i vantaggi dell'atomo dovessero tornare a essere preponderanti si potrebbe nuovamente adattare la legge'', osserva in un'intervista pubblicata dalla 'NZZ am Sonntag' l'esponente Ppd e Consigliere federale.
A suo avviso non bisogna inoltre ''farsi illusioni'' riguardo a un'indipendenza totale dal nucleare: la Svizzera continuerà a importare corrente, e all'interno di questa quota vi sarà sempre una parte di energia atomica. L'orientamento espresso mercoledì dal Consiglio federale raccoglie comunque ampie consensi: l'80% della popolazione è favorevole alla decisione presa dall'esecutivo, 6 punti in più rispetto a un'analoga indagine condotta due mesi fa subito dopo la catastrofe di Fukushima. Per Giovanni Leonardi, il presidente di Alpiq, l'abbandono dell'atomo entro il 2035 ''è possibile, ma bisogna chiedersi a quale prezzo''.
E' in gioco la sicurezza dell'approvvigionamento, mette in guardia il manager ticinese in un'intervista pubblicata sul sito online del domenicale 'Sonntag'. A suo avviso parte di quanto affermato dal governo non è condivisibile. ''La limitazione dei consumi di un quarto, entro il 2050, nei confronti delle stime realizzate finora è completamente irrealistico'', sostiene il numero uno dell'ex Atel. Per compensare la mancata realizzazione di due centrali atomiche servirebbero otto impianti a gas. Inoltre ''finora -sottolinea Leonardi- tutti erano d'accordo sul fatto che fosse scarso il potenziale di ampliamento dello sfruttamento idroelettrico, ora invece improvvisamente bisogna fortemente ampliare questo settore''.
Un'idea in questo senso viene fornita da uno studio dell'università di Zurigo reso pubblico dalla 'SonntagsZeitung'. Secondo un team di ricercatori guidati da Wilfried Haeberli entro il 2050 la metà dei ghiacciai esistenti nell'anno 2000 saranno sciolti e lo stesso destino avranno entro fine secolo anche quasi tutti gli altri. Nasceranno così numerosi laghi alpini che potrebbero rappresentare un pericolo dal profilo idrologico, ma nel contempo essere anche interessanti, se opportunamente sfruttati, nel contesto energetico. Molto prima di allora è prevista, l'8 giugno, la sessione straordinaria del parlamento sull'energia nucleare.

Articlolo scritto da: Adnkronos