Home Nazionale Omicidio Mez, assolti Amanda e Raffaele. Il giudice: ora liberateli

Omicidio Mez, assolti Amanda e Raffaele. Il giudice: ora liberateli

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Perugia, 3 ott. (Adnkronos/Ign) – Assoluzione perché il fatto non sussiste. Con questa motivazione il giudice ha ordinato la scarcerazione di Amanda Knox e Raffaele Sollecito, già condannati in primo grado a 26 e 25 anni di carcere per il delitto di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a coltellate nella sua abitazione la sera del primo novembre 2007 a Perugia. Un clamoroso colpo di scena che però era nell'aria. Un verdetto accolto dai due giovani in aula, con la Knox che non tratteneva le lacrime pochi istanti prima della sentenza di secondo grado. Il tutto in diretta tv, anche negli Stati Uniti e a Seattle, la città della Knox. A prendere la parola, oggi in aula erano stati proprio i due imputati.
A mani giunte e in lacrime Amanda, senza nessuna traccia scritta, ha parlato ai giudici della Corte d'Assise d'Appello prima che si ritirassero in camera di consiglio. ''Io non ho ucciso, non ho violentato, non ho rubato, non ero presente'', ha detto ribadendo che la notte dell'omicidio ''avevo paura che se fossi stata lì sarei stata uccisa anche io. Meno male che Raffaele in quel momento c'era''. ''Non riuscivo a credere come fosse possibile, avevo paura- ha sostenuto ancora la Knox – perché una persona con cui io stavo condividendo la mia vita che aveva la camera da letto accanto alla mia sia stata uccisa in quel modo brutale". ''Noi meritiamo la libertà perché non abbiamo fatto niente per non meritarla''.''Io ho perso un'amica nel modo più brutale e inspiegabile'', ha detto Amanda che poi si è affrettata a spiegare: ''Hanno detto molte cose su di me.
Ma io non sono quello che loro dicono: la perversione, la violenza non mi appartengono. Non ho fatto le cose che loro suggeriscono che avrei fatto. Io sono la stessa persona che ero quattro anni fa. La sola cosa che è cambiata – ha aggiunto – è quello che io ho sofferto" La ragazza americana ha anche ribadito che spiegato che "in quattro anni la mia assoluta fiducia nella polizia è stata tradita. La notte tra il cinque e il sei novembre non sono stata solo stressata, ma manipolata. Ho dovuto affrontare accuse ingiuste e senza fondamento e sto pagando con la mia vita per cose che non ho commesso''. ''Io voglio tornare a casa – ha affermato ancora la giovane – io voglio tornare alla mia vita, io non voglio essere punita e privata della mia vita e del mio futuro per qualcosa che non ho fatto perché io e Raffaele siamo innocenti''. Quanto a Rudy, Amanda ha detto: ''non conoscevo Rudy, ricordo che la polizia mi ha chiesto di elencare tutte le persone che abbiamo conosciuto a Perugia io e Meredith, io ho detto che lo abbiamo conosciuto all'appartamento di sotto. Non sapevo neanche come si chiamava. Non avevamo nessun contatto''. Invece del rapporto come Meredith ha detto ''condividevo la mia vita soprattutto con Meredith, era sempre gentile con me''. Per questo, la Knox ha detto: '' ho sempre voluto giustizia per lei''. Prima di Amanda a parlare era stato Raffaele Sollecito che ha esordito chiedendo scusa ai giudici. "Sono teso, per me è un momento critico. Non ho mai fatto del male a nessuno, mai nella vita. L'accusa che mi è stata mossa contro, ho sempre pensato che si sarebbe esaurita, che si sarebbe chiarito tutto nel giro di poco tempo, invece ho dovuto sopportare e andare avanti giorno per giorno'', ha detto il ragazzo aggiungendo che ''ogni giorno in carcere, alla fine del giorno è già una morte''. ''Io e Amanda siamo in carcere da più di 1.400 giorni – ha affermato ancora lo studente barese – lì abbiamo praticamente trascorsi quasi venti ore al giorno in uno spazio che non supera i due metri e mezzo per tre. E' difficile immaginare una cosa del genere, anche piccole cose raggiungono un'importanza fondamentale. Come una carezza o una parola di conforto. Un abbraccio''.
Quanto al fatto di aver accusato Amanda, "questo non è vero, è completamente falso". "Non ho nemmeno motivo per parlare di Guede, io non ho mai conosciuto Guede, non l'ho mai nemmeno sentito parlare prima delle udienze del processo – ha concluso – No io conosco meglio voi della corte che Guede, lui l'ho solo incrociato qualche volta nelle udienze. Per me è anche assurdo anche doverlo ripetere". Sollecito ha infine consegnato ai giudici un braccialetto: ''Su questo bracciale c'è scritto 'liberi Amanda e Raffaele', non l'ho mai tolto. Adesso penso sia arrivato il momento di toglierlo. Questo bracciale è un concentrato di diverse emozioni, c'è desiderio di giustizia, ci sono gli sforzi, il cammino che abbiamo fatto in questo tunnel oscuro verso una luce che sembra sempre lontana''.
Il presidente della Corte d'Assise d'Appello di Perugia, Claudio Pratillo Hellmann ha chiesto "rispetto e silenzio" per la lettura del dispositivo". ''Non è una partita di pallone questa – ha detto prima di ritirarsi in camera di consiglio – , non c'è spazio per tifoserie contrapposte, ricordiamoci che è morta una bellissima ragazza in modo orribile e che ci sono in gioco le vite di altri due giovani, quindi chiediamo rispetto e silenzio quando leggeremo il dispositivo''. Il presidente ha annunciato che la sentenza non verrà resa nota prima delle 20.

Articlolo scritto da: Adnkronos