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Salute: Zangrillo, vivere 120 anni non e’ piu’ una chimera

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Salute: Zangrillo, vivere 120 anni non e’ piu’ una chimera

Milano, 21 mar. (Adnkronos Salute) – Seguendo le regole d'oro della prevenzione, vivere fino a 120 anni e arrivarci in salute oggi "non è più una chimera". Parola di Alberto Zangrillo, medico personale del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, convinto che 'l'intento' più volte espresso dal suo paziente non sia un'utopia, bensì un auspicio supportato da solidi elementi scientifici.
L'aumento dell'aspettativa di vita media è stato uno dei temi affrontati oggi a Milano nella sede della Regione Lombardia, durante il workshop 'Dal laboratorio alla clinica' sulla ricerca biomedica traslazionale, presieduto da Zangrillo. A chi gli chiede se sia realistico il traguardo dei 120 anni in salute, obiettivo del premier, ma anche del fondatore dell'Irccs San Raffaele di Milano don Luigi Verzé, Zangrillo risponde così: "Se guardiamo i diagrammi statistici, capiamo che al di là delle battute queste due persone si sono mosse su un terreno che gode di un supporto importante".
Alle 120 'candeline' "sicuramente non ci arriveremo in breve tempo – precisa il direttore dell'Unità operativa di anestesia e rianimazione generale e della terapia intensiva cardiochirurgica del San Raffaele, presidente della seconda sezione del Consiglio superiore di sanità e vicepresidente della Commissione nazionale ricerca – però, se continuiamo a seguire le indicazioni che emergono anche dal convegno di oggi, quella dei 100-120 anni non è più una chimera".
"I dati dimostrano che in quasi 100 anni l'aspettativa di vita è raddoppiata – osserva Enrico Garaci, presidente dell'Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità – Se continua questo trend penso quindi che l'obiettivo di una vita lunga 120 anni sia possibile, anche se si tratta di previsioni che per ora non hanno una base consolidata". Se poi si riuscirà a tagliare l'ambizioso traguardo, "quello che auspichiamo è di arrivarci stando bene", puntualizza il numero uno di Iss e Css. Un fronte sul quale c'è ancora da fare, perché se "confrontata con Francia, Germania, Gran Bretagna e Spagna l'Italia è al primo posto per aspettativa di vita, ma non è in prima posizione per aspettativa di vita in salute".
L'Organizzazione mondiale della sanità ci ricorda che "tutti dobbiamo morire di qualche cosa – continua Garaci – Ciò non toglie, però, che si possa fare in modo di arrivarci mantenendo il più a lungo possibile lo stato di salute". Il primo passo è combattere i cattivi stili di vita, a cui sono collegate, secondo l'Oms, "l'86% delle morti nel pianeta e il 75% in Italia". E' stato calcolato che, anche seguendo abitudini sane, "gli uomini potrebbero guadagnare altri 5 anni di vita e le donne 2 e mezzo". E l'effetto di un'esistenza 'virtuosa' è già dimostrato sul campo: "Da uno studio condotto su 424 ultracentenari è emerso che soltanto il 38% del campione si era ammalato prima degli 80 anni". Nella maggior parte dei 'super-nonni' "il declino inizia solo nell'ultima parte della vita", e in generale "la componente ambientale (stili di vita pesa) più di quella genetica".

Articlolo scritto da: Adnkronos