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San Donato: arriva l’ecoendoscopia digestiva

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San Donato: arriva l’ecoendoscopia digestiva

Arezzo – L’Unità Operativa Complessa di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva del San Donato – grazie all’ennesimo contributo del Calcit aretino – si è dotata di una nuova metodica diagnostica di primaria importanza per lo studio dei tumori dell’apparato digerente: l’ecoendoscopia digestiva. Si tratta di una tecnica che combina la visione diretta dell’endoscopia digestiva tradizionale con gli ultrasuoni, consentendo una visualizzazione molto dettagliata degli organi da esplorare attraverso una piccola sonda ecografica collocata sulla punta di un gastroscopio.
“Questa metodica – ha spiegato questa mattina Fabrizio Magnolfi, direttore della Gastroenterologia, durante la conferenza stampa tenuta all’Auditorium Pieraccini del san Donato – è particolarmente utile nello studio di organi difficilmente esplorabili, quali il pancreas, le vie biliari, parte del fegato, il mediastino ed il perineo. Consente, inoltre, di acquisire immagini estremamente dettagliate della parete dell’esofago, stomaco, duodeno e colon, simili a quelle della TAC, ma con il vantaggio di un più elevato potere di risoluzione portando la sonda a diretto contatto della parete stessa e molto vicina agli organi profondi da studiare, come il pancreas. Queste caratteristiche – sottolinea Magnolfi – fanno dell’ecoendoscopia la metodica più accurata per lo studio e la stadiazione loco-regionale preoperatoria delle neoplasie della parete del canale alimentare (esofago, stomaco, duodeno e retto) e per l’identificazione e la stadiazione preoperatoria dei tumori pancreatici. Rappresenta, inoltre, una delle tecniche più accurate per lo studio della patologia litiasica delle vie biliari (colecisti e coledoco) e sta assumendo un ruolo sempre più rilevante anche nella stadiazione delle neoplasie polmonari”. Gli strumenti in dotazione rappresentano quanto di meglio e di innovativo sia attualmente disponibile sul mercato essendo rappresentati da un ecoendoscopio radiale, da un ecografo di alta fascia, da un ecoprocessore di ultima generazione e da minisonde ecografiche di appena un paio di millimetri di diametro che possono essere introdotte direttamente attraverso il canale bioptico di un normale endoscopio e consentire una visualizzazione ecografica estremamente raffinata degli strati della parete (sottomucosa e tunica muscolare) che stanno sotto la mucosa, che è l’unica che viene osservata endoscopicamente, dandoci informazioni preziose ad esempio circa la natura benigna o maligna di un polipo.
“Il valore di queste strumentazioni donate dal CALCIT – ha ricordato il presidente Giancarlo Sassoli – è di 280.000 Euro”.
Gli esami vengono effettuati dal gastroenterologo, su richiesta degli specialisti (interni ed esterni), previa valutazione preliminare di appropriatezza.
“Negli ultimi giorni – ci dice Magnolfi – assieme ai colleghi assegnati a questa attività (il dottor Stefano Gozzi e il dottor Giacomo Matricardi) abbiamo esaminato con ecoendoscopio radiale tre pazienti con patologia bilio-pancreatica e in due di questi l’indagine si è rivelata risolutiva dal punto di vista diagnostico, consentendoci di scegliere l’opzione terapeutica più appropriata. Gli esami sono stati effettuati in sedazione profonda (due casi) e cosciente (1 caso) alla presenza dell’anestesista e di un consulente. In questa fase iniziale – precisa ancora Magnolfi – abbiamo programmato una seduta mensile dedicata specificatamente all’ecoendoscopia (5/6 pazienti), ma è evidente che altri esami potranno essere effettuati nell’ambito delle normali sedute endoscopiche settimanali, laddove si realizzasse una necessità immediata”.
“Fino ad oggi – conclude Magnolfi – i pazienti aretini che necessitavano di un’ecoendoscopia digestiva dovevano recarsi in altre strutture ospedaliere extraregionali, quale quella presso Le Molinette di Torino, dove anche noi ci siamo sottoposti a training specifico. Già ora siamo in grado di evitare questi trasferimenti e nel prossimo futuro contiamo che l’Ospedale S. Donato, grazie sia alle professionalità esistenti sul campo, sia alle strumentazioni di prim’ordine rese disponibili dal CALCIT, diventi esso stesso Centro di eccellenza per l’ecoendoscopia e quindi un’attrazione per pazienti di altre aree geografiche”. Soddisfazione è stata espressa dal direttore generale della Asl Enrico Desideri, il quale ha ricordato come Arezzo ospiti la più qualificata scuola di ecografia d’Italia, e come questo strumento, è a disposizione non solo della comunità aretina, ma di tutti i toscani e oltre.