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Sciopero Cgil, in migliaia per le strade del centro

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Sciopero Cgil, in migliaia per le strade del centro

Arezzo – In migliaia questa mattina sono scesi in strada per lo sciopero della Cgil contro la Manovra (o meglio manovre). Un lungo serpentone 'rosso' che ha attraversato la città, protestando sì ma in maniera composta e manifestando tutto il disagio per la difficile situazione economica in cui versa il Paese. Gli strsicioni sono stati il segno più evidente della presenza dei manifestanti.Il ritrovo dei partecipanti è stato alle 9 nel piazzale del Rossellino ad Arezzo. Da qui, alle 10, il corteo si è mosso e dopo aver attraversato il centro della città ha raggiunto alle 11 piazza San Jacopo dove ha preso la parola Rosario Strazzullo della Cgil nazionale. Ecco i motivi per cui il sindacato ha deciso di proclamare lo sciopero generale: "Il carattere ingiusto, iniquo e depressivo delle manovre (siamo ormai alla terza, ma è plausibile che se ne prepari una quarta) è confermato e rafforzato da norme come quelle sulle pensioni. Le novità scaturite dal 'vertice di Arcore' non fanno che accentuare il carattere di iniquità delle norme e introducono altre misure, come appunto quelle sulle pensioni e in particolare in merito al riscatto del militare e della laurea per chi va in pensione con 40 anni di contributi che si prestano ad un contenzioso giuridico infinito. La manovra rimane ingiusta e le ultime decisioni sul contribuito di solidarietà ne accentuano il carattere di provocazione sociale. Qualcuno magari potrà anche aver tirato un sospiro di sollievo per la cancellazione del contributo di solidarietà, ma nei fatti, siamo in presenza di una manovra “classista”. E' chiaro che la manovra discrimina i lavoratori pubblici. Solo su questa parte del Paese ricade la manovra. Non c'è equità perché è stato appunto cancellato il contributo di solidarietà per gli altri. Non sono solo i lavoratori pubblici ad essere colpiti perché in realtà la manovra “peggiora la condizione dei lavoratori in modo insopportabile. Il governo pensa a se stesso e non al futuro del Paese. E' anche molto grave il messaggio che emerge dalle misure sulle pensioni e il riscatto della laurea e del militare. Si vuole dire ai giovani che non ci si può fidare delle istituzioni e dello Stato e che non ci sono prospettive di lavoro per chi studia. Un messaggio devastante. Forse il più devastante che mai questo governo abbia mandato”