Home Politica Torzini: ‘Dagli operai di Mirafiori un altolà ai ricatti’

Torzini: ‘Dagli operai di Mirafiori un altolà ai ricatti’

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Arezzo – Non so se la classe operaia andrà o meno in Paradiso ma sicuramente ha dimostrato che ha una grande dignità con il voto alla Fiat.
Al netto del voto degli impiegati e dei capi reparto tra operai di Mirafiori ha prevalso un perentorio NO all'accordo separato del 23 dicembre, nonostante le pressioni e le aperte minacce di perdere il posto di lavoro.
Adesso tutti devono fare i conti con questo voto. La Fiat, le tante aziende in Italia (Fincantieri, Carrefour per fare solo il nome di due giganti) che già pregustavano l'idea di seguire la dottrina Marchionne; i sindacati firmatari che sono passati da una rappresentanza del 71% alle elezioni delle RSU allo striminzito 54 % ottenuto con il voto dei capi e a meno del 50% tra gli operai; le forze politiche di maggioranza e di opposizione che pur in maniera diversa le une dalle altre avevano dato credito al ricatto della Fiat; il Governo che ha spalleggiato Marchionne fino a legittimare l'eventuale trasferimento all'estero della maggiore industria italiana fino alla CGIL che nel Direttivo Nazionale di oggi dovrà trovare il modo di dare seguito a questo straordinario atto di coraggio per sconfiggere chi non sa o non vuole mettere d'accordo lavoro e diritti, fatica e dignità.
Anche nella Valtiberina si vedevano segnali in alcune grandi aziende di attenzione alle scorciatoie padronali con l'insofferenza verso il sindacato impegnato nella tutela dell'occupazione da una parte ma anche al futuro delle imprese attraverso la richiesta della presentazione di piani aziendali e di politiche di sviluppo.
La CGIL e le sue categorie erano e restano un riferimento possibile in Valtiberina per i lavoratori dipendenti e per tutti coloro che in questi tempi difficili hanno bisogno di tutela e rappresentanza.
Venerdì 14 gennaio è accaduto qualcosa d'importante in Italia. Un brivido è corso nelle schiene di tanti, il voto ha fatto giustizia di moltge facili previsioni e restituisce una speranza a chi crede che la libertà dal bisogno e la dignità del lavoro e del cittadino possano avere non solo un futuro ma un ulteriore sviluppo.
Ci auguriamo che le classi dirigenti di questo paese siano all'altezza di chi spende la propria vita a crescere dei figli, lavorando 8 o 10 ore al giorno alla catena di montaggio per 1200 euro al mese”.

Articlolo scritto da: CGIL Arezzo