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Trasferita a Bibbiena la donna che si ustionò al San Donato

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Trasferita a Bibbiena la donna che si ustionò al San Donato

Arezzo – Domani saranno trascorsi cinque mesi esatti dal gravissimo incidente avvenuto nel reparto di medicina dell’ospedale san Donato, dove una donna di 45 anni, disabile, rimase avvolta dalle fiamme. Un episodio sul quale è tuttora in corso una inchiesta della magistratura.
Intanto la paziente, dopo quasi cinque mesi di ricovero al centro grandi ustionati di Pisa, è tornata nella nostra Asl. Da alcuni giorni si trova ricoverata nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Bibbiena. La paziente, tetraplegica a causa di un incidente avvenuto nel 2010, stava seguendo una serie di trattamenti riabilitativi in varie strutture italiane, fino ad essere ospitata in un centro aretino. Poi la necessità di cure intensive, che venivano eseguite nel reparto di medicina, fino alla notte d fra il 19 e il 20 febbraio, quando per le fiamme sprigionate, forse da una sigaretta, la paziente, di origini francesi, riportò gravi ustioni al volto, al collo e agli arti superiori.
Dopo un breve ricovero presso la rianimazione di Arezzo, fu trasferita al centro grandi ustionati di Cisanello (Pisa), dove ha subito 15 interventi chirurgici di plastica ricostruttiva. Le ustioni adesso sono quali totalmente
guarite. Attualmente la paziente è sveglia, lucida orientata e collaborante.

Sabato scorso il direttore generale della Asl, Enrico Desideri, è andato a far visita alla donna in ospedale, informandosi dettagliatamente sul suo stato di salute e sulle necessità sia mediche che di supporto di cui ha bisogno.
Ha avuto un lungo e toccante incontro con gli anziani genitori della donna, che hanno chiesto di individuare percorsi assistenziali adeguati alla grave condizione generale in cui versa la figlia. Da parte sua il Dg, oltre ad esprimere solidarietà alla famiglia, ha assicurato l’impegno pieno dell’azienda per garantire adeguati livelli di assistenza. Accogliendo le richieste dei familiari che chiedevano di ricoverare la figlia in un centro di qualità, ma possibilmente vicino ad una grande città per favorire gli spostamenti dei familiari, tutti residenti in Francia o a Roma, l’Azienda ha attivato propri canali diretti ed istituzionali, per individuare proprio nella Capitale una struttura di riabilitazione altamente qualificata in grado di fornire alla paziente i necessari supporti sanitari e sociali.

Il trasferimento non avverrà comunque, fino a quando i medici di rianimazione (“ai quali voglio fare i complimenti – ha detto Desideri – per l’impegno e l’attenzione con cui si stanno occupando di questa paziente”) non avranno certezza della stabilizzazione delle sue condizioni, in modo da rendere sicuro il passaggio ad una struttura diversa.