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Tulli: ‘Donne e Motori, Comune e dignità delle donne’

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Tulli: ‘Donne e Motori, Comune e dignità delle donne’

Arezzo – Il pieno riconoscimento delle pari opportunità di donne e uomini nella vita sociale, culturale, economica e politica, inizia innanzitutto dal superamento di stereotipi legati al genere ed ai ruoli, dal momento che questi transitano nelle relazioni sociali e professionali generando profondi squilibri.
Tra gli stereotipi più classici c’è quello ‘Donne e Motori’, laddove la donna viene ridotta a semplice accessorio di un telaio meccanico desiderabile ed utilizzabile dal maschio per esprimere la sua piena potenza sessuale.
Affiancare una moto ad un corpo di donna, significa che quel corpo deve essere pronto per l’utilizzo, che quel corpo non è più una donna, con i suoi pensieri ed i suoi valori, ma un pezzo di carne che, come una moto, non deve parlare, ma fare il suo dovere: servire e divertire.
Succede che proprio in questi giorni sono apparsi in città manifesti che pubblicizzano un raduno annuale di motociclisti.
Sul cartellone vediamo un gruppo di ragazze in atteggiamenti provocatori attorno ad una motocicletta e si legge che tra le attività proposte c’è il Lavaggio Sexy (spettacolino in cui una donna viene spruzzata di acqua e schiuma insieme ad una moto di fronte ad un pubblico gaudente), e la sfilata delle Coyotine Italiane…lo stereotipo è servito.
Rimango allora molto sorpreso dal fatto che, anche alla luce degli accesi dibattiti sulla parità di genere di questi giorni, a maggio, proprio la giunta comunale abbia deliberato il suo patrocinio e il suo contributo in mezzi organizzativi a questo evento. Voglio sperare che nessuno in giunta sapesse che tipo di pubblicità o di messaggio si veicolasse con questa iniziativa, tanto più che a febbraio il Consiglio Comunale aveva approvato un atto di indirizzo sulla “MORATORIA CITTADINA DELLE PUBBLICITA’ LESIVE DELLA DIGNITA’ DELLA DONNA”, da me presentato.
Sono sicuro che il Sindaco e l’Assessora alle Pari Opportunità sapranno prendere immediati provvedimenti affinché vengano coperti questi cartelloni pubblicitari sessisti e affinché il Comune non contribuisca più, in alcun modo, a veicolare messaggi stereotipati lesivi della dignità di alcuno.