Home Cronaca ‘Una domenica da dimenticare’: mamma di Rassina scrive al Prefetto

‘Una domenica da dimenticare’: mamma di Rassina scrive al Prefetto

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Spett. Prefetto di Arezzo
Presidente della Federazione Italiana Gioco Calcio
Pc Associazione Sportiva Castiglionese

Egregi Signori,
Scusatemi l’intrusine, ma vorrei raccontarVi la storia di una famiglia qualunque in una domenica che doveva essere “diversa” e che diversa purtroppo lo è stata.


Sono una Mamma, residente a Rassina che, come tante altre mamme, per amore dei propri figli, entra nel mondo del “pallone” iniziando ad accompagnarli agli allenamenti, alle prime partite e alle partite della prima squadra la squadra dei “grandi”, così i miei figli che oggi hanno rispettivamente 6 e 10 anni chiamano il Rassina che milita in prima categoria.

Generalmente andiamo, con i nostri bimbi, a vedere la partita del Rassina che disputata in casa, ma per una delle tante trasferte è stato organizzato dalla nostra società un pullman che consentisse a tutte le famiglie interessate di seguire la squadra dei “grandi” fuori casa.

Doveva essere una domenica di sport e divertimento e tra i bambini c’è stato fin da subito un grande entusiasmo, a scuola è stato un passaparola, tra i genitori un po’ più di titubanza ma poi ci è sembrato giusto aderire e considerarla una bella iniziativa, tant’è che il pullman, molto rapidamente, è stato riempito di 52 persone.

Purtroppo si è rivelata una pessima giornata, personalmente ho avuto anche paura e premesso quanto sopra, voglio dettagliarVi tutto l’accaduto, sperando possa servire da esempio, affinché non accada a nessun altro gruppo sportivo, quanto in una domenica qualunque è successo a molte famiglie di Rassina.

Già all’arrivo eravamo attesi da striscioni e cori, anche poco piacevoli, se si considera la presenza di orecchie di Bambini, ma si sa, fa parte dell’agonismo, dell’attaccamento al proprio Paese, è quel campanilismo, che, se sano, fa bene.

Come è logico che sia, il gruppo di cui io facevo parte si era organizzato per sostenere la propria squadra, portando tamburo, bandiere, piccoli megafoni utilizzati poi da un gruppetto di adolescenti che da subito hanno iniziato a cantare.

Quasi subito sono partiti insulti, anche ingiuriosi, nei confronti di noi sostenitori.

In fondo, se queste voci fossero provenute dall’altra parte della tribuna potevano essere considerate “normali”

Invece non è stato affatto normale che quelle voci provenissero dal campo di gioco, precisamente dal segnalinee e da un altro signore definito da molti il custode che con gesti e parole poco raccontabili hanno fatto intendere molto bene il senso delle cose.

E’ stato un susseguirsi di offese da parte di questo presunto custode e del guardalinee verso il gruppo del Rassina, che limitatosi fino a quel momento a incitare la propria squadra in campo, a cominciato, purtroppo a rispondere ai due particolari personaggi.

Il fischio conclusivo dell’arbitro, doveva porre fine a tutto ciò, invece è stato l’inizio, il signor guardalinee è piombato come un falco, con ancora arbitro e giocatori in campo, nella zona della tribuna dove anche io con i miei bambini mi trovavo e ha sferrato un pugno in pieno volto ad un ragazzo di 17 anni causando quello che è giusto dichiari la sua famiglia.

Mi domando se tutto ciò sia tollerabile.

Sono intervenuti i genitori per calmare il guardalinee, per fermarlo, ma nel frattempo sono arrivati anche altri che molto arrabbiati non volevano farci andare via, i nostri bambini piangevano.

Ci hanno rotto le bandiere, il tamburo, picchiato e infine invitati a tornare a casa nostra con ingiurie di ogni tipo.

Uscendo di corsa con uno dei due miei figli per mano, fuori dello stadio al di là del cancello ho incontrato il “custode”, ricordavo bene i gesti che aveva fatto dal campo a noi poveri Rassinesi così mi sono permessa di fermarmi per chiedere, con educazione delle spiegazioni, che in malo modo non mi sono state date.

Vorrei capire cosa ha causato tanta rabbia e tanto odio, che cosa di sbagliato è stato fatto dal nostro gruppo ai sostenitori e alla società locale, da chi, come me, pensava di far trascorrere ai propri figli una giornata sportiva fatta di divertimento.

Mi auguro profondamente che tutto ciò non accada mai più a nessuno, ma purtroppo, quando a prevalere è l’ignoranza, la scarsa educazione e la mancanza di rispetto alle sole regole morali è molto difficile che episodi incresciosi di questo genere non si ripetano.

Da parte mia sicuramente sarà l’ultima volte che accompagnerò i miei figli ad assistere ad un’incontro di calcio, trascorreremo domeniche sempre uguali ma fuori da pericoli e dalla maleducazione.

Grazie per l’attenzione.
B. Gemma

Articlolo scritto da: B. Gemma