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Visita dell’assessore Scaramuccia ad una ‘realtà di confine’

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Visita dell’assessore Scaramuccia ad una ‘realtà di confine’

Sansepolcro – Una valle al confine con tre regioni (Romagna, Marche e Umbria), un ospedale che ha anticipato nei fatti quelle che sono state le strategie di razionalizzazione con la creazione di monoblocchi funzionali.
E’ la realtà di Sansepolcro e della Valtiberina che questa mattina hanno ricevuto l’assessore al diritto alla salute della Regione Toscana Daniela Scaramuccia, interessata a conoscere lo stato dell’arte riferito al finanziamento di quasi cinque milioni di euro per il riammodernamento e lo sviluppo dell’ospedale.
“La ricchezza della Toscana è anche nelle differenze con cui ogni realtà, pur seguendo linee guida comuni, risolve le proprie problematiche” ha commentato Scaramuccia al termine del suo incontro con i professionisti dell’ospedale, i dirigenti della Asl e il presidente della conferenza dei sindaci della Valtiberina.

Un ospedale che è ancora in parte un cantiere.
Costruito nel 1976, il monoblocco di Sansepolcro è stato precursore della strategia che ha portato nel tempo a realizzare ospedali di zona, chiudendo quelli dei piccoli centri (in Valtiberina esistevano ospedali anche a Anghiari e Pieve santo Stefano). Inizialmente con 140 posti letto, oggi sono diventati 64, ma i servizi offerti alla popolazione nel frattempo sono aumentati e si sono specializzati. “La svolta c’è stata nel 2008 – ha ricordato il direttore generale della Asl 8 Enrico Desideri, con la firma del protocollo che ha portato un finanziamento di quattro milioni e ottocento mila euro finalizzati al complessivo ammodernamento e potenzialmente dell’ospedale”.
E per prima cosa fu addirittura “chiuso” per quasi due settimane, accendendo anche polemiche e paure sulla possibile definitiva cancellazione dell’ospedale. “Fu il primo passo – ha ricordato Nilo Venturini direttore sanitario dell’ospedale – obbligatorio per mettere in sicurezza un impianto elettrico in grado poi di sostenere tutte le nuove attrezzature che sarebbero arrivati.”
Da allora è stato un susseguirsi di cantieri che di area in area hanno totalmente portato al rinnovo della struttura. A fine 2009 è stato realizzato il Pronto Soccorso ampliato, con personale dedicato (prima era gestito a turno dai medici dei reparti), sul quale è tornata la fiducia dei cittadini, tanto da avere quasi un venti per cento di accessi provenienti dall’Umbria. Una radiologia con apparecchiature nuove e digitalizzate, una dialisi che fra un mese sarà riaperta passando dai precedenti sei a 15 posti di cui due per infettivi, un’area chirurgica pronta ad essere unificata con 25 posti letto (chirurgia generale e ortopedia, anche questa con un alto indice di attrazione da fuori regione), un blocco operatorio unico, un ospedale di comunità aperto nel lontano 2000, secondo in Toscana solo a quello di Foiano della chiana. Qui il 70 per cento dei pazienti accede dall’ospedale, come dimissioni protette, mentre il 30 per cento arriva dal territorio. Gestione sanitaria dei medici di famiglia e assistenza di infermieri e o.s.s. “E’ interessante per me conoscere bene le esperienze degli Ospedali di Comunità – ha sottolineato l’assessore Scaramuccia – nel momento in cui stiamo stilando il nuovo Piano Sanitario E Sociale Integrato Regionale 2011-2015, e mi accorgo che ogni zona ha trovato soluzioni proprie, adattate anche alle diverse esigenze di ogni territorio. Una caratteristica della quale dovremo comunque tenere conto”.
Confrontandosi con i professionisti sui modelli organizzativi degli ospedali, l’assessore Scaramuccia ha voluto esprime un vero e proprio plauso a quegli ambienti in cui la motivazione del personale è tale da superare anche quelle difficoltà che si riscontrano nei cambiamenti. “Un particolare merito – ha detto – va riconosciuto al personale infermieristico che riesce spesso a spronare anche una parte di quei professionisti che di fronte ai cambiamenti non si pongono sempre con l’atteggiamento che invece è necessario. Ma da quello che ho visto, questa capacità qui a Sansepolcro è comune a tutti, con una belle collaborazione anche tra Azienda e amministrazioni locali, oltre che fra gli operatori”.