La Dakar ha ufficialmente aperto i battenti. Erano da poco passate le 13 in Italia quando la prima vettura è partita da Mar Del Plata in direzione Santa Maria de la Pampa. Oltre 800 km di cui 60 di speciale per la tappa di apertura della 33° edizione della Dakar. Con il suo Mitsubishi Pajero 3200 Turbo Diesel, Stefano Marrini e il suo navigatore Matteo Braga hanno dato inizio alla loro avventura poco dopo mezzogiorno (ora locale). Un tracciato difficile e soprattutto esteso che ha messo a dura prova i riflessi dei piloti e dei navigatori dei vari equipaggi in gara. “Nonostante le difficoltà sono contento della mia gara, ma la mia Dakar parte in salita – ha confessato Marrini. La prova speciale di 56 Km non era lunghissima però certamente era piena di insidie con due tratti di sabbia. Il primo era sulla spiaggia a pochi passi dal mare, mentre il secondo presentava delle dune altissime”. Nonostante questo però Marrino è riuscito a mettere a segno un’ottima partenza. “Al via sono partito bene superando molti concorrenti – ha sottolineato Marrini. Non so per quale motivo ma ho avuto un calo di potenza del motore, un vero e proprio peccato visto che ho perso poi 40’ sul secondo tratto di sabbia”.
Dopo oltre un’ora di gara Marrini e Stefano Braga hanno tagliato il traguardo chiudendo in ritardo rispetto alle vetture che hanno dominato la prima giornata di gara, segnata dalla morte del 38enne Boero caduto poco dopo 57 km di gara.
La Dakar vede ancora una volta morire sul proprio tracciato uno dei suoi piloti. La manifestazione però, come già accaduto altre volte in passato non si fermerà. Oggi da Santa Rosa de la Pampa a San Rafael per un totale di 781 Km. “Nonostante i problemi avuti nella tappa di esordio credo di aver trovato un bel ritmo – ha affermato il pilota aretino. Tanti piloti si sono già ritirati, mentre per noi adesso è importante lavorare sulla vettura per cercare di capire quale sia il problema”.