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50enne salvato grazie a nuova organizzazione mergenza territoriale

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50enne salvato grazie a nuova organizzazione mergenza territoriale

CAVRIGLIA – Se esistesse un registro delle vite umane salvate grazie alla creazione di una “rete” in più possibile efficiente della emergenza territoriale, da oggi ci andrebbe messo anche il nome e cognome di un cinquantenne di Cavriglia.
Si tratta di R.M., tecnico della Asl 8. Mentre era tranquillamente in casa improvvisamente ha avuto un malore (si saprà poi essere la sindrome di Brugada, cioè un infarto che giunge senza alcun preavviso in soggetti sani). La moglie (infermiera), ha avvisato il 118. La centrale le ha dato indicazioni sulle azioni da compiere mentre attivava i suoi mezzi.
L’automedica, entrata in funzione una settimana fa in Valdarno, in quel momento era impegnata per curare un soggetto che aveva avuto uno choc anafilattico a Ponticino, troppo lontano per poster intervenire nei tempi necessari a Cavriglia.
Alla abitazione dell’uomo è stata inviata la ambulanza Blsd in servizio a Cavriglia, una delle novità avviate proprio in questi giorni, e chiesto alla vicina Asl 10 di Firenze di inviare anche una ambulanza con il medico dall’ospedale di Figline, distante pochi chilometri (e pochi minuti).
Sono stati i volontari dell’ambulanza di Cavriglia, formati assieme ad altri 600 loro colleghi dell’intera provincia di Arezzo, a giungere in casa di R.M. in tre minuti e ad attivare su indicazione della centrale 118 la defibrillazione. Azione che ha fatto ripartire il cuore dell’uomo, mentre sul posto giungeva il medico di Figline. A quel punto l’uomo è stato stabilizzato e portato alla rianimazione del Valdarno. Le sue condizioni sono ancora serie, ma stabili.
La ricostruzione di questo intervento dimostra – sostiene la Asl – come nel territorio sia necessario programmare una attività di sorveglianza, di presenza e di flessibilità. I volontari in grado di defibrillare saranno 90 volte su 100 piu vicini di un mezzo con infermiere o medico. Una ambulanza anche di un’altra Asl interverrà prima di una nostra nelle zone di confine”.
Gli ospedali inseriti nel “progetto cuore” per la cura di un paziente in arresto cardiaco, consentirà di ridurre mortalità e morbilità.
Questo è il territorio, questa è la realtà sulla quale si possono garantire buoni livelli di assistenza a condizione che l’impegno sia di tutti. E in questo caso, oltre alla buona organizzazione dell’emergenza attivata dalla Asl, il ringraziamento al volontariato che si è integrato in pieno, mettendosi al servizio dei bisogni dei cittadini quando questi sono davvero urgenti e spesso salvavita.
Ultimo ringraziamento alle comunità come quella di Cavriglia che si è attivata
mettendo nel suo territorio una serie di defibrillatori. Così facendo
l'emergenza non è più una emerita sconosciuta e questa nuova cultura si dovrà
sempre più sviluppare, perché ripaga con un aumento di vite salvate.