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Anna Marchesini si racconta al Giardino delle IDEE

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“C'è qualcosa di infinitamente bello nell’infelicità. L'ho scritto nel mio primo libro. Perché nella mia esperienza sento che è così. Come quando mi colpì una cosa che lessi, a proposito di sub immersi a profondità abissali, che accendono le luci e scoprono fondali coloratissimi, sconosciuti alla luce del sole. Ecco, i fondali dell' infelicità non escludono i verdi, i gialli e i blu intensi, e anzi sono pieni di incanti e di richiami, tant’è che nel mio apprendistato delle ombre, nel mio camminare sul dolore, io ho conosciuto, e le ho descritte, grandissime gioie della vita, che sono cose insopprimibili”.

Con un senso della contemplazione del mondo che tocca corde segrete sorrette da una sofisticata energia del carattere, Anna Marchesini, attrice comica, grande artista della risata intelligente, popolare e amata coprotagonista dal 1982 al 1994 della stagione felice del Trio con Massimo Lopez e Tullio Solenghi, poi interprete di prosa di piglio anglosassone o beckettiano, parla oggi serenamente della tristezza e della malinconia in veste di scrittrice, avendo riscosso consensi per il suo primo romanzo Il terrazzino dei gerani timidi, già campione d’incasso e uscito per la collana BUR di Rizzoli.

Anna Marchesini sarà ospite del Giardino delle IDEE sabato 14 aprile 2012 alle ore 17.00 nella consueta cornice della Sala delle Muse del Museo Nazionale d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo in via San Lorentino, 8 (INFO: 0575 409050) per presentare il Suo nuovo romanzo dal titolo “Di mercoledì” (Rizzoli editore).

Ad introdurre e moderare l’incontro Antonella di Tommaso e Barbara Bianconi accompagnate dalla giornalista Nadia Frulli.

(segui il link per vedere il book trailer)

http://www.youtube.com/watch?v=3q3bqDgZlE0&feature=relmfu

“Di mercoledì” racconta la storia di Zelda, Else e Maria, che vivono delle esistenze tortuose.

“Io non ce l’ho tanto con il dolore” ricorda Anna Marchesini continuando “non è tanto il dolore a costituire l’infelicità della nostra esistenza, quanto forse il fatto che rimanere soli in una condizione di dolore. Noi rimaniamo fermi a pensare al dolore ed è la solitudine la vera causa del dolore. Secondo me questo libro è un inno alla vita”.

“Di mercoledì” lascia percepire quanto rispetto per la vita abbia da sempre Anna Marchesini.

Il linguaggio utilizzato da Anna Marchesini nel raccontare le sue storie non è convenzionale, nonostante si ispiri al carattere universale dei grandi classici.

Anna ama scrivere: si rifugia in casa sei, sette mesi per la stesura dei suoi libri storie.

Scrive nello stesso modo in cui recita, donando tutta se stessa.

La copertina del libro racconta l’immagine di una donna in bilico che rappresenta tutte e tre le protagoniste del romanzo.

Tre donne prigioniere, una del proprio passato, una del marito, che non le ha consentito una vita autonoma e l’altra del proprio corpo.

Donne che hanno un rapporto difficile con la felicità.

Ed il libro indugia proprio sul rapporto tra felicità e dolore.

Perché incerto è il tempo e il luogo della felicità.

"Mai stata felice se intorno a me gli altri non lo erano. Sono collettiva, come pensiero. Ho il senso dell'umanità" ricorda Anna.

Per poi spiegare: "La felicità non è mai una sola, ci sono tanti modi per essere felici. E poi penso che sia sopravvalutata e mitizzata, che non sia un elemento essenziale della vita, che ci siano delle cose vicine all'idea di felicità, più che appaganti. Io non ho mai avuto il mito del principe azzurro, del successo, del primo figlio. Al contrario, forse sopravvaluto il dolore perché lo ritengo un elemento di conoscenza e ne avverto l'attrazione oscura: avvicina così tanto al senso dell'immenso. Quando ti senti talmente esclusa, transfuga, straniera nel mondo, alla periferia dell'esistenza. Quando il quotidiano ti è indifferente, si aprono spazi affascinanti e pericolosissimi”.

“Quando negli abissi marini non arriva il sole esistono paesaggi inaspettati” continua “se si scende con la luce si può invece scorgere aspetti bellissimi ed forse inattesi”.

Un secondo libro è un po’ come un secondo amore che ha bisogno dell’energia sufficiente per mantenere la fiamma.

“Di mercoledì” accende la fiamma, sicuramente, raccontando dell’incertezza del tempo e del luogo della felicità.

A proposito di televisione Anna Marchesini dichiara che “si è trasformata in un modo irreversibile: chi la guarda la fa, dunque non ha più bisogno di attori, e forse neanche di conduttori. In scena va la gente comune e la Tv rimane molto legata all'apparire, all'attualità, al chiacchiericcio. L'intrattenimento è molto datato, è comicità di ritorno: le battute vengono dal passato, da Walter Chiari in poi. E questo vale sia per gli uomini che per le donne, anzi, soprattutto per le donne".