Home Attualità Bardelli: 10 marzo in ricordo per il Tibet libero

Bardelli: 10 marzo in ricordo per il Tibet libero

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Arezzo, 24 febbraio – Il 10 marzo del 1959, dopo nove anni di dura repressione, l'esercito di Pechino stroncò nel sangue la rivolta del popolo tibetano contro gli invasori cinesi, massacrando 87000 civili e incarcerandone svariate migliaia.

Il Dalai Lama, la massima autorità politica e spirituale del Tibet, fu costretto a fuggire dalla sua terra e e chiedere asilo politico in India. Tutt'oggi risiede a Dharamsala, nell'India del Nord, dove è stato costituito il Governo del Tibet in esilio.

“Considerato che – dichiara Roberto Bardelli, consigliere comunale Pdl – la rivolta di Lhasa del 1959 fu un coraggioso atto di lotta e di libertà che comportò l’uccisione di migliaia di tibetani e l’esilio di oltre 120.000 di essi da parte delle forze occupanti cinesi.”

“Considerato che – prosegue Bardelli – la repressione del 1959 fu solo l’inizio di una violenta politica di oppressione a livello culturale, sociale e demografico da sempre rientrante per il regime cinese nelle “riforme democratiche” portate avanti dal Partito comunista ininterrottamente al potere dal 1949.”

“Considerato che – dice ancora il consigliere comunale – quella cinese è una vera e propria occupazione di uno stato sovrano e considerato che lo stesso governo cinese si rifiuta sistematicamente di risolvere pacificamente la questione tibetana attraverso negoziati aperti, chiederò al consiglio comunale, con una specifica mozione, di esporre il giorno sabato 10 marzo 2012, sulla facciata del Comune di Arezzo, la bandiera del Tibet.”

“Lo chiederò – conclude Bardelli – per esprimere la massima solidarietà nei confronti del popolo tibetano, per commemorare l'anniversario dell'insurrezione popolare del 1959 e per ribadire con forza il sostegno a quei popoli che si vedono oppressi da governi che nonostante affermino di portare avanti “riforme democratiche” si fanno beffa del concetto di democrazia e calpestano sistematicamente il diritto alla libertà e all'autodeterminazione dei popoli. Sono sicuro che il Consiglio Comunale accoglierà senza indugio la mia richiesta, perché fino a quando il tetto del mondo non sarà stato liberato, il mondo intero dovrà considerarsi prigioniero.”