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Bimbo morto in Valdarno, nessun collegamento con il ricovero

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Bimbo morto in Valdarno, nessun collegamento con il ricovero

L’autopsia eseguita ieri non ha completamente chiarito le cause della morte del bimbo di tre mesi deceduto alcuni giorni fa in Valdarno. Una morte che, secondo i sanitari della Gruccia, potrebbe rientrare nella casistica delle Sids, cioè le “morti in culla”. Ma per avere una certezza si dovrà necessariamente attendere gli approfondimenti disposti a seguito dell’autopsia.

Nel frattempo, sulla vicenda torna l’Azienda sanitaria che, con una nota congiunta del direttore del Presidio (Massimo Gialli) e del direttore del Dipartimento dell’emergenza-urgenza (Alberto Cuccuini), fa sapere che ha ritenuto opportuno procedere, assieme ai professionisti coinvolti, ad una verifica della documentazione sanitaria disponibile, non evidenziando qualsiasi collegamento “causa-effetto” tra la morte del piccolo ed il ricovero effettuato nei giorni precedenti. “Una precisazione, fanno sapere dalla Asl, necessaria per dissipare dubbi o fraintendimenti che, l’inevitabile clamore mediatico della vicenda può aver causato nei cittadini valdarnesi”.

“Pur consapevoli della necessità di attendere i riscontri e gli approfondimenti di laboratorio richiesti nel corso dell’accertamento autoptico – doveroso e previsto in ogni caso di Sids, anche solo presunto – dalla ricostruzione dei fatti non sembrerebbero emergere collegamenti con il ricovero del piccolo in ospedale nei giorni precedenti il decesso. Nello specifico – prosegue la nota – il piccolo è stato accolto dal pronto soccorso della Pediatria alle 22,30 circa per sintomi suggestivi di patologia gastrointestinale. All’ingresso il bambino presentava buone condizioni generali ed era normoreattivo. La visita ha escluso problematiche a carico dell’appartato respiratorio e cardio circolatorio. Lo stick urinario, utile ad evidenziare condizioni di disidratazione o di aumento di corpi chetonici (acetone) nel sangue, ha dato esito negativo. Nel corso della nottata e prima mattina la sintomatologia si è gradatamente ridotta fino a permettere la ripresa dell’alimentazione con biberon. Intorno alle ore 10,50 del giorno dopo (sabato) dopo rivalutazione clinica ed in assenza di altri segni predittivi di condizioni compromesse, il piccolo è stato dimesso al domicilio e riaffidato al curante, senza necessità di ulteriori terapie da eseguire a casa”.