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CISL: Rischio aumento del lavoro nero

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Arezzo – Le normative sul DURC contenute nel DDL Semplificazioni varato il 16 ottobre scorso dal Governo, non solo non servono, ma rischiano di diventare un incentivo a continuare a lavorare nell’irregolarità. E’ quanto sostiene la Filca Cisl Nazionale in un comunicato diramato nei giorni scorsi dal Segretario Generale Domenico Pesenti. Sostituire il DURC (Documento Unico di Regolarità Contributiva ) che attesta la regolarità dell’Impresa, rilasciato dalla Cassa Edile a nome e per conto di Inps ed Inail, con una “semplice dichiarazione”, vuol dire di fatto togliere uno strumento che per anni ha consentito l’emersione dal lavoro nero per migliaia di lavoratori. “Basti pensare – afferma Gilberto Pittarello Segretario Generale della Filca Cisl di Arezzo – che, a seguito del Dlg.276/2003 che ha istituito il DURC come condizione indispensabile per avere il titolo abilitativo, seguito dalla Legge Regionale Toscana 1/2005 con la quale veniva stabilito come lo stesso documento debba essere chiesto non solo all’inizio dei lavori ma anche al termine degli stessi, solamente nell’anno 2006 i lavoratori presenti e denunciati presso la Cassa Edile e l’Edilcassa Artigiana Falea, erano aumentati del 20%. Pensare quindi di cambiare questo provvedimento in una fase di crisi come ora, in cui aumenta il ricorso al lavoro nero, è gravissimo! Non a caso i dati dell’operazione “Mattone Sicuro” condotta dalla DPL in tutto il Territorio Nazionale confermano una irregolarità diffusa del 59%.
La Direzione Provinciale del Lavoro di Arezzo assieme al Comando Provinciale dei Carabinieri nella stessa operazione, ha permesso di verificare nel nostro territorio, come nel settore edile dal 21 maggio al 20 settembre scorso, siano risultate 69 irregolarità su 127 cantieri ispezionati, confermando il dato nazionale e dimostrando come il ricorso alla irregolarità ed al lavoro nero, nonostante la crisi, sia ampiamente diffuso. Inoltre assistiamo a “fenomeni” di imprese che chiedono agli stessi lavoratori dipendenti di diventare “soci”, aggirando l’obbligo di iscrizione in Cassa Edile, il contratto collettivo di lavoro, la formazione per la sicurezza, con un compenso minimo stabilito per il lavoratore sul quale vengono applicate le trattenute previdenziali, allargando il compenso totale tramite l’indennità di trasferta per circa 45 euro al giorno totalmente esentasse.
“Questo diventa un problema per l’intero settore al quale chiediamo si debba porre rimedio – ribadisce Pittarello – in quanto riteniamo sia “un’astuzia” possibile che debba essere debellata, perché costringe il lavoratore dipendente ad accettare condizioni diverse di non tutela, come dire “o mangi questa minestra o salti dalla finestra”, oltre a determinare per quell’impresa costi più bassi ed una concorrenza sleale”. Allungare poi, come proposto, la stessa durata della certificazione dagli attuali 90 giorni a 180 giorni, in un periodo di tempo dove può succedere di tutto, consente alle aziende irregolari di continuare a lavorare quindi con costi più bassi a danno non solo dei lavoratori, ma dell’intero mercato edilizio e della collettività, diventando di fatto un insulto per le imprese virtuose che applicano regolarmente i contratti e versano i contributi. “Se l’intento era quello di semplificare la burocrazia per le Imprese – conclude Pittarello – bisognava solo prevedere, a seguito della richiesta di regolarità da parte delle stazioni appaltanti, l’invio del DURC on line senza dover attendere tempi più lunghi, modalità che con la posta certificata poteva di fatto evitare anche forme di falsificazione dello stesso Documento da parte delle Imprese, come successo anche ad Arezzo. Questa era la “vera” forma di semplificazione!

Articlolo scritto da: CISL AREZZO