Home Sport Dakar: si rompe il differenziale, ma Marrini resta tra i migliori

Dakar: si rompe il differenziale, ma Marrini resta tra i migliori

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“Anche oggi la sfortuna mi ha tolto le mie piccole soddisfazioni”. È amareggiato, ma non certo abbattuto Stefano Marrini dopo la quarta tappa della Dakar, da San Juan a Chilecito coprendo una distanza di ben 714 Km. “Ho dovuto affrontare la rottura del differenziale che ha fatto perdere trazione alla vettura – racconta Marrini. Come non bastasse sono rimasto insabbiato nel fesh fesh, una sabbia finissima davvero terribile”. Negli ultimi giorni in molti stanno seguendo l’avventura di Stefano Marrini e del suo navigatore Matteo Braga via internet collegandosi sul sito della Dakar. “Chi mi segue via internet mi ha fatto notare che avevo dei buoni intertempi – spiega il pilota aretino. Ero in sesta posizione nel T2 e considerando che le Toyota vanno forte era certamente una cosa positiva. Sul fondo duro me la cavo e la distanza delle prove riesco a tenerla bene, peccato però che oggi si sia rotto il differenziale”. Un contrattempo che ha permesso ai camion di rimontare il Mitsubishi Pajero di Marrini, i quali con il loro passaggio hanno reso impraticabile il tracciato. “Un’esperienza unica – prosegue Marrini. Ho dovuto navigare a vista in fuoripista cercando ovviamente di non sbagliare. Una volta insabbiati però non è rimasto altro da fare se non scendere per tirare fuori il nostro mezzo da quella situazione”. La speranza adesso è quella di poter fare meglio nelle prossime tappe. “La mia vettura soffre rispetto alle altre in gara – spiega il driver aretino. Se devo essere sincero alla vigilia non pensavo ci fosse così tanta differenza. Tra le 170 auto in gara le T2, cioè quelle meno performanti perché di derivazione stradale e con minime modifiche, sono solo in 15 e questo la dice lunga”.
Per Marrini e il suo navigatore c’è però anche un’altra soddisfazione, un vero gesto di fair play. “Eravamo ormai prossimi alla fine della prova speciale – racconta Stefano – quando ci siamo fermati per aiutare un motociclista che era caduto. Siamo scesi dalla nostra vettura perché la moto era caduta sopra il centauro, stremato dalla stanchezza e dal gran calco. Lo abbiamo aiutato ad attraversare un corso d’acqua prima di riprendere la nostra corsa. Devo ammettere che ho provato una bella sensazione, penso che in fondo questo sia lo spirito della Dakar”.