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Fiom e RSU: ‘Salviamo la Saico’

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Riuscirà a raggiungere il traguardo dei 40 anni di attività? La domanda riguarda la Saico. Anno di nascita 1973, leader mondiale nei forni da verniciatura, 190 addetti. Crisi agli inizi del secondo millennio. Oggì è una “galassia” frantumata a rischio di estinzione. La Saico Refinish è già stata dichiarata fallita nel maggio dello scorso anno. Le altre aziende (Energia Ambiente, Boss, Air, Saico Co e Saico Spa) stanno vivendo la difficile fase del concordato.
Le speranze che dalla vecchia galassia nasca una nuova stella, si stanno esaurendo. Dei 190 lavoratori del momento di massimo splendore ne rimangono 45. Tutti in cassa integrazione.
La Rsu e la Fiom Cgil chiedono quindi un incontro urgente alle istituzioni: Provincia di Arezzo e Comuni di Arezzo e Laterina.
“Abbiamo una fiammella di speranza che vogliamo tenere accesa – commentano i rappresentanti dei lavoratori. La proprietà ci ha comunicato l’interessamento di alcuni grandi consorzi emiliani che potrebbero sia garantire commesse alle aziende che si occupano di ambiente sia riattivare, con il marchio Saico, il comparto dei forni da verniciatura. Prospettive interessanti e, se reali, risolutive. Ma che da ormai troppo tempo non si concretizzano. Siamo convinti che il marchio, le professionalità e le competenze presenti in Saico rappresentino un ottimo punto di ripartenza. Chiediamo alle istituzioni locali di attivarsi affinché questa azienda, famosa nel mondo, non scompaia e con essa altre decine di posti di lavoro”.
La Saico ha una storia interessante e un presente complicato. Nata nel 1973 a Laterina grazie alla “scissione” all’interno della Fam di Arezzo, si è progressivamente sviluppata fino ad intrecciare la sua storia con quella della Nuova Sacfem. Dall’azienda di via Calamandrei, o meglio della Gepi, ha preso non solo una parte dei terreni e dei capannoni ma anche un discreto numero di ex operai del vecchio Fabbricone.
“E questo anche grazi agli incentivi pubblici: 80 milioni delle vecchie lire per ogni addetto – ricordano Rsu e Fiom. La Saico è quindi diventata leader mondiale del suo settore, quello dei forni da verniciatura, riuscendo a vendere in ogni parte del mondo, dall’America alla Nuova Zelanda. Poi una crisi, progressiva e inarrestabile, che non riusciamo a spiegarci. La crisi economica generale ha indubbiamente contribuito ma le scelte della Società hanno, probabilmente, inciso di più. Si è avuto il frazionamento dell’”azienda madre” in più società. I conti in rosso non si sono attenuati ma accentuati”.
La Saico Refinish è stata trasferita da Arezzo a Laterina e poi dichiarata fallita. “Le altre aziende sono state ammesse al concordato con un fabbisogno di base di 82 milioni di euro e con un credito di 12 milioni. Questo vuol dire uno sbilanciamento dato dalla differenza di queste due cifre – commentano Fiom e Rsu. Non comprendiamo come questo sia potuto accadere e nessuno è stato in grado di spiegarcelo”.
All’orizzonte della Saico sono apparsi alcuni importanti gruppi italiani. “Apparsi ma non concretizzati. Si parlava di commesse tra 80 e 100 milioni, nell’arco di in triennio nel settore ambientale ma sono svanite a causa dei tempi del concordato. Analoga sorte hanno subito commesse per 6 milioni di euro nel settore dei forni. Non crediamo che quella commessa, vista anche la sua consistenza economica, fosse l’unica possibile. E’ evidente che Saico è ancora un nome da spendere sul mercato. Chiediamo un impegno ancora maggiore alla proprietà e un sostegno da parte delle istituzioni locali. Arezzo ha perduto già troppe industrie che ne hanno caratterizzato lo sviluppo economico e sociale. Evitiamo che anche la Saico finisca in questa lista nera”.

Articlolo scritto da: CGIL Arezzo