Il mondo va verso la liberalizzazione, in tutti i campi, ma non è possibile che a pagare sia sempre e solo il commercio. La libertà di autodeterminarsi nelle scelte, anche in tema di orari dei negozi, è certamente in teoria un valore positivo – si legge nella nota ufficiale della Confcommercio di Arezzo – Il commercio al dettaglio, però, che anche ad Arezzo è composto per oltre il 90% da esercizi commerciali di piccola e piccolissima dimensione, quasi sempre a conduzione familiare, chiede però tutela e scelte equilibrate. La competizione con la grande distribuzione e con la distribuzione organizzata, che con le opportune turnazioni dei dipendenti sono in grado di coprire una fascia oraria di apertura infinita, si vince certamente con la qualità dei prodotti e del servizio, ma anche con la giusta protezione da ritmi e politiche spesso insostenibili per gli esercizi di vicinato. La Confcommercio, sia a livello nazionale che locale, si è adoperata fino in fondo per il rispetto di questi principi e continuerà a farlo nell’interesse non solo dei propri rappresentati ma anche del mercato. Un sistema economico nel quale la piccola distribuzione, che svolge un irrinunciabile servizio sociale, dovesse soccombere a favore della grande, sarebbe un sistema poco funzionale alle esigenze dei consumatori e del paese.