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In valdarno le attività di sensibilizzazione per le popolazioni emilia

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In valdarno le attività di sensibilizzazione per le popolazioni emilia

Nella giornata del 23 agosto, alcuni volontari del Gruppo Alpini Valdarno superiore insieme a un gruppo di ragazzi tra i 16 e i 18 anni dell’oratorio Sant’ Andrea di Montevarchi, si sono recati in Emilia a visitare due dei campi di accoglienza attivati dopo il sisma che ha devastato l'Emilia il 20 maggio e che ancora sono attivi.

L’idea dell’iniziativa è nata in seguito alla manifestazione “Terremotorio” che ha visto da una parte i ragazzi organizzare una raccolta fondi per l’Emilia nel mese di Luglio e dall’altra i volontari del Gruppo Alpini testimoni dell’emergenza con la loro esperienza diretta e un video che riassumeva il loro impegno.
Sono stati visitati il Campo 1 Santa Liberata di Cento (Fe), gestito dall'Associazione Nazionale Alpini, dove è tuttora in servizio una squadra del nucleo di protezione civile del gruppo alpini Valdarno superiore, e il Campo 2 di Finale Emilia (Mo), gestito dalla Croce Rossa Italiana. I ragazzi hanno così avuto modo di vedere in prima persona come stanno vivendo le famiglie, che ancora oggi dopo oltre tre mesi si trovano costrette a vivere in una tendopoli dove il caldo e l’umidità di questo periodo non agevola tale situazione. Inoltre hanno avuto l'occasione di poter visitare le zone rosse dei due paesi accompagnati dai volontari di protezione civile. Durante il giro hanno anche incontrato degli abitanti locali che hanno potuto così raccontare il "loro" terremoto e dimostrare la loro gratitudine per chi in questo duro periodo li ha aiutati.

I ragazzi sono rimasti molto colpiti dalla situazione che è apparsa, nonostante gli sforzi di questi mesi, ancora molto drammatica, anche se gli abitanti del luogo sono in molti casi carichi di voglia di ricominciare.

Ad esempio, la torre di Finale, diventata simbolo del sisma emiliano, per essere rimasta integra solo per metà dopo la prima forte scossa del 20 maggio, e poi crollata con le scosse successive, mostra i resti accantonati nel cortile di una scuola, in attesa che i cittadini trovino modo di ricostruirla con gli stessi mattoni, più bella e più forte di prima.