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L’industria aretina nel III trimestre 2011 torna a flettere

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L’industria aretina nel III trimestre 2011 torna a flettere

Dopo sei trimestri consecutivi di recupero seppure con intensità sempre minore, i livelli produttivi del manifatturiero aretino tornano di nuovo a flettere. Secondo l’indagine condotta da Confindustria e Camera di commercio di Arezzo la produzione industriale nei mesi di luglio-settembre si ferma a -1,6% rispetto al corrispondente periodo del 2010 allontanandosi ulteriormente dal risultato regionali che, seppure in rallentamento, resta ancora positivo.

In linea invece con il precedente trimestre e con il livello regionale il fatturato che si conferma a +2,8% mentre tornano a preoccupare, dopo un positivo secondo trimestre, gli indicatori della domanda. Se la componente estera non rileva sostanziali variazioni rispetto al corrispondente periodo del 2010 quella interna si muove invece in terreno negativo trascinando il dato cumulato al -1%.

Questa incertezza sulla ripresa si ripercuote inevitabilmente sul mercato del lavoro: nel terzo trimestre si registra infatti un’ulteriore flessione dello 0,3%, più contenuta rispetto al trimestre precedente (-1%), ma ancora al di sotto rispetto al risultato toscano (+1%).

A livello regionale Arezzo presenta un risultato produttivo in linea con la provincia di Pistoia, migliore rispetto a Massa Carrara (-5,9%) e Livorno (-3,6%) e peggiore di tutte le altre realtà provinciali. Buona in particolare la performance fiorentina (+7,4%), bene anche Pisa (+3,1%) e Lucca (+1,9%) mentre restano intorno allo 0% le crescite di Siena, Grosseto, Prato.

I Settori di attività
La spiccata specializzazione provinciale nel settore orafo ormai in crisi da diversi trimestri rappresenta una forte penalizzazione per l’economia aretina. I gioielli e la bigiotteria che flettono nel terzo trimestre 2011 del 14,6% in termini produttivi e del 16% in termini di ordinativi complessivi non sono però l’unica realtà in difficoltà.
Tra gli undici settori monitorati infatti i segni positivi sono soltanto quattro ed interessano il comparto moda (+14,4% il tessile e abbigliamento, +17,4% il pelli e cuoio e +5,1% le calzature) e la meccanica (+2,5%). In flessione tutti gli altri anche se in misure diverse: dal -16,5% dei metalli al -1,5% dell’elettronica e mezzi di trasporto passando per il -3,2% dell’alimentari, il -7,9% del legno e mobili e il -9,2% dei minerali non metalliferi.
In linea con le dinamiche produttive anche gli ordinativi la cui intensità di flessione desta particolare preoccupazione per la gioielleria e bigiotteria, per i minerali non metalliferi e per i metalli.

Le dimensioni d'impresa
Come ormai da tempo sottolineato, sono le piccole imprese (da 10 a 49 addetti) – quelle che maggiormente rappresentano il tessuto economico locale – a segnare le performance più negative: la produzione flette dell’8%, il fatturato del 3,4% mentre gli ordinativi registrano un -6,2%. Decisamente migliori i dati delle medie imprese (50-249 addetti), che rispetto al corrispondente periodo del 2010 recuperano in tutti gli indicatori ad eccezione di quello occupazionale (-2,1%): bene infatti la produzione (+5,8%), il fatturato (+9,8%) e la domanda con la componente interna che fa da traino sollevando il dato complessivo a +6,4% (la crescita degli ordinativi esteri si ferma a +3,6%). Ancor più confortanti i risultati delle grandi imprese (oltre 250 addetti) che crescono a ritmo sostenuto in tutte le variabili: produzione +9,5%, fatturato +13,7% e ordini +5,7%.

L'EXPORT PROVINCIALE NEL III TRIMESTRE 2011
Diversamente dalle dinamiche produttive le esportazioni del comparto manifatturiero nella provincia di Arezzo nel terzo trimestre segnano una variazione tendenziale decisamente positiva: +47,2%. Si tratta di un risultato importante ma interamente imputabile alla forte crescita di vendite di metalli preziosi da investimento (+112,8%), dato solo in parte determinato dall’aumento del prezzo dell’oro (+27% nel III trimestre). Discorso opposto per i gioielli e bigiotteria la cui crescita in valore, essendo inferiore all’aumento del costo della materia prima, nasconde in realtà una flessione in volumi. Se depuriamo il dato manifatturiero da questi due settori fortemente incisivi per Arezzo, l’export complessivo manifatturiero si ferma al +1,7%.
In linea con gli andamenti produttivi, il sistema moda anche nel terzo trimestre 2011 aumenta significativamente le vendite all’estero registrando complessivamente un +32,5% grazie alle straordinarie vendite di articoli in pelle e alle buone performance sia delle calzature che del tessile e abbigliamento. Bene anche la meccanica, i mezzi di trasporto, la gomma e plastica e la chimica mentre, in linea con il trimestre precedente, flettono il comparto mobili e l’elettronica. Segnali negativi anche dal settore alimentare che infatti dopo un 2010 chiuso in perdita (-2,9%) e un primo semestre di recupero, torna purtroppo con il segno “-“ (-3,8%) contribuendo ad abbassare il dato complessivo.

"La decelerazione del II trimestre 2011 si è purtroppo trasformata in flessione produttiva nel trimestre successivo. La produzione flette infatti dell’1,6% e la debolezza della domanda non lascia ben sperare su un possibile recupero nel breve termine – dice Andrea Fabianelli, Presidente di Confindustria Arezzo – L’economia aretina sta indubbiamente soffrendo la spiccata specializzazione nel settore orafo, fortemente in crisi dal 2008, e l’elevata concentrazione di piccole imprese, quelle che faticano maggiormente ad agganciare la ripresa soprattutto sui mercati internazionali. Il quadro congiunturale è dunque preoccupante ed ha pesanti ripercussioni anche sul mercato del lavoro che infatti continua a peggiorare mettendo a segno un’ulteriore flessione seppure di minor intensità rispetto al precedente trimestre (-0,3% contro il precedente -1%). In questo generale contesto di incertezza a tutti i livelli è dunque necessario intervenire subito per rilanciare il territorio e tornare a crescere. Senza considerare che, come abbiamo già avuto modo di dire, la congiuntura nell’ultima parte dell’anno si è ulteriormente deteriorata. Fortunatamente non mancano le aziende che, nonostante la situazione generale, riescono a mantenere importanti posizioni di mercato, a beneficio del risultato complessivo del nostro sistema economico. Non poca preoccupazione ci crea, infine, l’andamento dell’occupazione; dobbiamo assolutamente intervenire tutti per consentire lo sblocco rapido di tutti gli investimenti fermi o in corso, che comunque potrebbero ancora, per fortuna, essere significativi. Sempre che sia data la possibilità alle nostre imprese di effettuarli qui e non altrove in Italia o all’estero.”

“Il dato dell'osservatorio congiunto sul manifatturiero del terzo trimestre è, nonostante la buona performance del settore moda che cresce ancora in termini di fatturato, di produzione e di export, negativo. – sottolinea il Presidente della Camera di Commercio di Arezzo Giovanni Tricca – Pesano sul risultato soprattutto due elementi : l'immobilità della domanda interna e le ripercussioni della crisi internazionale. Ripercussioni che sono più consistenti per un'economia aperta e a forte specializzazione manifatturiera quale è quella aretina, dove, giova ricordare, il rapporto fra valore delle esportazioni e valore aggiunto provinciale, espressi a valori costanti, si è collocato negli ultimi anni stabilmente in crescita, ben al di sopra dei valori toscani e nazionali . Peraltro anche le previsioni del Fondo Monetario Internazionale sull'andamento del commercio mondiale rilevano, dopo il pronto recupero del 2010 (+12,8%), un rallentamento della dinamica degli scambi internazionali per il 2011 (+7,5%) ed il 2012 (+5,8%). Se a ciò si aggiungono i dati, ad esempio, relativi al clima di fiducia dei consumatori, sempre più discesa, ed i segnali negativi provenienti dalla nostra rilevazione Excelsior sull'occupazione, la situazione appare indubbiamente preoccupante. Una preoccupazione che ci spinge, come Ente camerale, ad incrementare, con maggiore determinazione, le azioni a sostegno del sistema delle imprese sopratutto sul versante dell'innovazione, della formazione e dell'internazionalizzazione.”