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Le professioni nell’area dell’emergenza-Urgenza

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AREZZO – Nel corso degli anni le modalità di presa in carico dei pazienti e la soddisfazione delle loro domande di salute, si sono profondamente modificate. Sia per le innovazioni scientifiche, sia per i cambiamenti insisti nella popolazione stesa (invecchiamento), sia per i modelli organizzativi ai quali si fa riferimento, e non ultimo, anche per il buon uso delle risorse.

La teoria lo dice da tempo che esiste un’area territoriale ben radicata con gli studi associati dei medici, le case della salute, gli ospedali di comunità. Ci sono poi gli ospedali che devono incamminarsi rapidamente verso il modello degli ospedali per intensità di cure. Abbiamo infine una terza area che rappresenta una cerniera fra i due precedenti piani di cura, che è l’emergenza-urgenza. Ossia quel mondo sanitario che provvede alle emergenze, dal territorio all’ospedale e dall’ospedale al territorio e che ricomprende il 118, il pronto soccorso e tutte le altre attività che gestiscono i percorsi assistenziali intermedi, sia in fase acuta che di gestione complessa.

E oltre alla teoria esistono anche le regole. Dalle normative nazionali a quelle regionali.
Proprio attorno alla delibera 24 del 22 gennaio 2009, che ha superato i tre anni di valenza, e che indica gli indirizzi alle aziende per integrazione funzionale al personale medico e infermieristico del 118 e quello adibito al pronto soccorso e al dipartimento dell’emergenza urgenza, si svilupperà una giornata di lavoro venerdì primo giugno all’Auditorium Pieraccini di Arezzo. L’iniziativa è del sindacato Cimo, con il patrocinio di una serie di soggetti, dalla Regione Toscana all’Ordine dei Medici, dalla Asl alla S,P.E.M.E. con l’organizzazione di Mauro Marziali.
Si dovrà valutare con una serie di qualificate relazioni e testimonianze “cosa” si è fatto, “come” si è fatto e “quanto” ancora c’è da fare.
La Toscana si presenta a macchia di leopardo, con esperienze assai diverse da area ad area. E l’Italia è ancor più diversificata. Tutti concordano sulla necessità di regole chiare, protocolli congruenti e un linguaggio comune, ma nella realtà si agisce ancora con vecchi schemi mentali, a volte affidandosi alla capacità di singoli professionisti o gruppi, di aziende più o meno illuminate, ma senza un quadro di riferimento e un governo concreto della situazione.
Il Cimo-Asmd intende da Arezzo compiere un salto di qualità, facendo dapprima una fotografia reale della situazione per poi tracciare un percorso chiaro da seguire. Per il bene dei cittadini che si rivolgono al servizio sanitario, è bene che anche nell’area dell’emergenza-urgenza ci sia trasparenza e chiarezza. Con un riconoscimento chiaro delle professionalità, sia sotto il profilo tecnico, che normativo e legale. Questa area, questo dipartimento, gioca le sue carte sulla interscambiabilità dei ruoli, su una particolare professionalità, sulla convinzione comune che il tempo è uno dei fattori più importanti di cui tenere conto. Chi agisce in emergenza-urgenza sa che la struttura “più giusta” non sempre è quella “più vicina”, perché va scelta quella “più appropriata”. Ed è proprio per questo che il modello organizzativo e le forze messe in campo devono rispondere ad un modello analogo per tutti, con l’Università che deve adeguare anche i propri numeri per questa specialistica che è in costruzione e che ha necessità di importanti risorse umane ed economiche, ma rappresenta, a differenza delle altre che lavorano sulla programmazione, la risposta più immediata che i cittadini si attendono nel momento del bisogno.
Ad Arezzo saranno presenti esponenti del mondo medico e infermiestico, docenti universitari, rappresentanti della Regione Toscana, del sindacato, dell’Azienda sanitaria aretina e di altre aziende della Regione.
Al mattino in programma le relazioni e nel pomeriggio una tavola rotonda sul tema “Dipartimento Emergenza Urgenza: un sistema complesso, integrato ed in rete … per la realizzazione basta il DGR n.24 del 22 gennaio 2009?”