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Madonna del Conforto, l’omelia del Cardinale Severino Poletto‏

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Madonna del Conforto, l’omelia del Cardinale Severino Poletto‏

Di seguito riportiamo il testo integrale dell'omelia pronunciata dal Cardinale Severino Poletto, già Metropolita di Torino nel corso della Messa Pontificale delle 10.30 del 15 febbraio 2012, festa della Madonna del Conforto celebrata nella Cattedrale di Arezzo.

PREMESSA

a) L’invito del vostro Arcivescovo, cui mi lega una grande amicizia da lunga data, lo considero un dono particolare per la mia persona, perché mi ha dato la possibilità di conoscere la vostra bella città e l’evento miracoloso del 15 febbraio 1796, che ha dato origine alla vostra grande devozione alla Vergine Maria, invocata con il titolo di “Madonna del Conforto”.

b) Sono rimasto positivamente impressionato nel sapere come la devozione a Maria sia così radicata presso la vostra popolazione e che la festa di oggi abbia avuto origine da un prodigio avvenuto nella cantina di un Ospizio dei Padri Camaldolesi, dove era stata murata un’immagine della Vergine in terracotta invetriata che col tempo era diventata tutta annerita dal fumo, dalla polvere e dall’umidità. In quei giorni in Arezzo si erano avvertite delle scosse di terremoto e tre uomini calzolai, che erano andati a comprare del vino in quella cantina, hanno avuto l’ispirazione di rivolgersi verso l’immagine della Madonna e recitare le Litanie per ottenere la cessazione del terremoto.

E mentre pregavano ecco realizzarsi il prodigio: non solo Arezzo fu risparmiata dal terremoto ma quell’immagine, da tutta annerita com’era, improvvisamente divenne bianca e lucente. Il fatto si diffuse in tutta la città. Il Vescovo stesso constatò l’evento straordinario e da quel momento ci fu un crescendo di devozione e preghiera che determinò il trasferimento della sacra immagine nella Cattedrale in una cappella costruita apposta e si cominciò a invocarla con il titolo “Madonna del Conforto”.

c) Ora noi siamo qui, a 216 anni di distanza da quel prodigio, a continuare questa devozione fatta di amore, fiducia ed attaccamento alla Vergine Maria ed il titolo con il quale la invocate mi fa sentire particolarmente gioioso di unirmi alla vostra preghiera, anche perché, come sapete, vengo da Torino, dove la Madonna è invocata e venerata come Patrona della Arcidiocesi con il titolo di “Consolata e Consolatrice”.

1° LA PAROLA DI DIO

Dobbiamo ora metterci in ascolto interiore della Parola di Dio che è stata proclamata per accogliere un messaggio di vita che il Signore ci offre attraverso la mediazione di Maria.

a) Nella prima lettura il Profeta Isaia ci ricordava che dobbiamo avere fiducia in Dio, perché Egli si prende cura di noi come una madre nutre e circonda di affetto premuroso i suoi figli.

b) San Paolo nella sua seconda lettera ai Corinzi ha ricordato anche a noi che Dio ci consola in ogni nostra tribolazione e noi sappiamo per esperienza che questa consolazione l’abbiamo ricevuta tante volte nella nostra vita, specialmente quando ci siamo rivolti con fiducia a Maria.

c) Ma è sulla pagina del Vangelo, che è stato proclamato, che vorrei invitarvi a porre in modo particolare la vostra attenzione. Abbiamo sentito di un miracolo che la Madonna stessa spinge Gesù a compiere affinché non venisse a mancare il vino in una festa di nozze, alla quale anche loro erano stati invitati.
Questa pagina ha un grande significato simbolico per la nostra vita cristiana se proiettiamo la luce che da essa promana sulla nostra attualità.
Sentiamoci perciò interpellati da questo episodio delle nozze di Cana e riflettiamo insieme: la chiamata alla fede e alla comunione con Dio nella Bibbia è spesso presentata come un invito ad una festa di nozze. Dio non ci chiama a sé per affliggerci, ma per darci un aiuto particolare per impostare la nostra vita nella gioia. E questo vale in generale per tutti, ma in modo particolare per le nostre famiglie, dove la serenità, la pace, la fedeltà e l’amore sono garanzia di felicità se nelle nostre case è invocata la presenza di Gesù e Maria, come erano presenti in quel matrimonio che si è celebrato a Cana di Galilea.

Nel testo evangelico si dice che è Maria ad accorgersi che sta per mancare il vino col rischio di una brutta figura da parte di quegli sposi. Anche nella nostra vita di cristiani talvolta al posto della gioia di sentirci in comunione con Dio, simboleggiata dal vino che è il segno della festa, subentra il peccato, la miseria spirituale, la tristezza del male morale. Maria interviene anche per noi e prega Gesù di fare qualcosa per risollevarci spiritualmente e nello stesso tempo dice a noi le stesse parole che ha detto ai servi a Cana: “Fate tutto quello che Gesù vi dirà”. C’è una sola strada per non rovinarci la festa della vita: fare quello che Gesù ci chiede, perché il primo interessato a vederci felici è proprio Lui. Ma davanti a Gesù, come davanti a Maria, noi dobbiamo riconoscere la nostra condizione di peccatori. Noi siamo poveri, abbiamo solo acqua, abbiamo spesso tanti motivi di preoccupazione per cui la nostra speranza vacilla.

Gesù, che ci conosce e mai ha smesso di amarci, in questo momento ci dice: non importa se siete poveri; portate qui quello che avete: la vostra povertà spirituale che sono i peccati, portate qui le vostre croci, le vostre preoccupazioni, le vostre miserie, simboleggiate dall’acqua. Se noi rispondiamo a questo invito e ci presentiamo a Lui con tutto quello che abbiamo e siamo, ecco che Egli compie ancora una volta il miracolo: come a Cana l’acqua cambiata in vino ha garantito la continuazione della festa, così anche in noi Gesù vuole trasformare la nostra povertà spirituale nella ricchezza e nella gioia del suo amore. Come nell’Eucaristia che stiamo celebrando un po’ di pane e di vino diventano il vero Corpo e Sangue del Signore risorto così anche noi, se mettiamo un desiderio e una volontà di conversione, possiamo sperimentare la leggerezza e la gioia di una vita rinnovata dalla grazia e misericordia divine.

2° UNO SGUARDO SULLA NOSTRA REALTA’

Anche noi, in questo tempo di progresso sotto molti aspetti, ci sentiamo toccati da una specie di terremoto, non nel senso che la terra trema sotto i nostri piedi, ma sperimentiamo spesso un terremoto interiore che ci crea tanti motivi di insicurezza: a livello economico: quante persone, soprattutto giovani, sono senza lavoro, quante situazioni di povertà frutto di questa crisi generalizzata, quante preoccupazioni per il futuro;

a livello di rapporti e relazioni sociali: a cominciare dalle famiglie così spesso lacerate negli affetti, fino alla società che in questi tempi non è in grado di garantirci quella sicurezza che in passato ci consentiva di vivere sereni. A questo si aggiunge un’insicurezza che ha ormai dimensioni nazionali e mondiali. Viviamo in un tempo in cui l’intera umanità stessa è disorientata per la fatica di trovare una via di dialogo, di riconciliazione, di pace e collaborazione universale; a livello di fede e di comportamenti morali: quante incertezze, quanti dubbi, quanti condizionamenti dalla cultura dominante che non è più attenta ai valori cristiani per cui cresce la disaffezione per una vita di fede autentica e molti si lasciano trasportare dal disimpegno nei confronti del bene e spesso si lasciano andare nel condurre una vita di peccato.

3° DOBBIAMO CERCARE CONFORTO DALLA MADONNA
Quale conforto ci offre oggi Maria? Il suo conforto non è un coccolarci a livello sentimentale, ma lei interviene con la sua preghiera per ottenerci un sussulto di vita nuova nei nostri comportamenti che devono tornare ad essere ispirati e sostenuti dalla fede.
Mi sento di garantirvi che oggi potrete avvertire nel cuore un vero conforto da parte di Maria se siete disposti a creare alcune condizioni necessarie per ottenere questo dono prezioso e che sono:

a) Rimettere Dio al primo posto nella nostra vita, come ha fatto Maria. Nel testo del profeta Isaia sta scritto: “Dice il Signore: Io sono Dio e non ce n ’è altri!’ (Is 45,6)

b) Riscoprire l’impegno della solidarietà, che è frutto della giustizia. Dobbiamo colmare il vuoto spirituale, cambiare lo stile di vita delle nostre persone, imitando Maria che andò in fretta dalla cugina Elisabetta per portare non solo il suo aiuto materiale, ma soprattutto Gesù. Soccorrere i poveri, chi sta peggio di noi è un dovere di ogni cristiano, ma guai a noi se non facciamo nulla per aiutare anche quei molti che sono terribilmente poveri a livello spirituale e vivono come se Dio non ci fosse.

c) Ritrovare fiducia nella Provvidenza divina, alla quale Maria ancora una volta ci richiama affinché non ci manchi la speranza in un futuro migliore, sia a livello sociale che spirituale, sapendo che proprio la speranza è la condizione previa perché tutto questo si realizzi.

CONCLUSIONE

Accostiamoci con fiducia a questa centrale di grazia che Dio ha preparato per noi ed alla quale Maria ci conduce prendendoci per mano.
L’Eucaristia che stiamo celebrando la dobbiamo vivere col cuore aperto per accogliere Gesù al quale Maria ci orienta per garantirci ancora una volta il suo conforto:
come ha fatto a Cana anche a noi è donata la gioia se cerchiamo di educarci alla vita buona del Vangelo;
come ha fatto ai piedi della Croce quando non solo è stata di conforto al suo divin Figlio che moriva sulla croce, ma ha anche accettato di prendersi cura di noi secondo la richiesta di Gesù quando le disse indicando il discepolo Giovanni, che ci rappresentava tutti: “Donna ecco tuo Figlio” E a noi ha detto: “Ecco la vostra Madre”;
come ha fatto con gli Apostoli e i discepoli raccolti nel Cenacolo stando in preghiera con loro in attesa dello Spirito Santo. Questa nostra assemblea è il nuovo Cenacolo e Maria è qui con noi per condurci a Gesù, ma anche per dirci che in ogni nostra difficoltà Lei è sempre vicina per confortarci con la sua carezza di Mamma.
Oggi Maria ci accoglie tutti, così come siamo, e desidera che torniamo alle nostre case dopo aver sperimentato ancora una volta che il suo conforto sarà la forza interiore della nostra vita che ci farà dire il nostro grazie a Lei e al Signore con le parole del Salmo 30:

“Hai mutato il mio lamento in danza,
la mia veste di sacco in abito di gioia, perché io possa cantare senza posa.
Signore, mio Dio, ti loderò per sempre”.