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‘Oscura Immensità’ in scena al Signorelli di Cortona

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‘Oscura Immensità’ in scena al Signorelli di Cortona

Giustizia, vendetta, perdono, pena: questi i temi universali di Oscura immensità, l’emozionante spettacolo diretto da Alessandro Gassman in scena al Teatro Signorelli di Cortona, giovedì 6 dicembre, alle 21,15, con protagonisti Giulio Scarpati e Claudio Casadio in un'intensa interpretazione.
Con un linguaggio incisivo, essenziale, crudo e un ritmo dell'azione serrato e coinvolgente, l’autore Massimo Carlotto racconta un tragico fatto di cronaca, avvenuto nella provincia del nord-est italiano, mettendo a confronto vittima e carnefice, entrambi lacerati da rispettivi drammi personali. Nel corso di una rapina, un malvivente uccide una donna e il figlio di otto anni e, condannato all'ergastolo, quando scopre di essere gravemente malato, attende invano il perdono del marito e padre del bambino che, a sua volta, sta vivendo una tragica esistenza: ha lasciato un lavoro di successo e si è isolato in uno squallido appartamento di periferia
Quando venne pubblicato, il romanzo provocò un intenso e lacerante dibattito tra autore e lettori: chi deve perdonare colui che ha commesso un delitto e che sta scontando una pena detentiva o è rinchiuso nel braccio della morte? I familiari della vittima o lo Stato? O entrambi?
La ragione, la politica, la religione, la filosofia non sono ancora riuscite a dare una risposta esauriente e in grado di soddisfare coloro che hanno sofferto il danno irreparabile della perdita di un loro caro, per mano assassina, perché prevalgono sentimenti ancestrali che offuscano, accecano, trasformando l'esistenza in una oscura immensità.
Lo spettacolo è reso ancor più vibrante dalla presenza scenica e dalla barvura dei due attori protagonisti, le cui caratteristiche così diverse si adattano perfettamente alle psicologie dei protagonisti: Giulio Scarpati, da sempre apprezzato nei suoi lavori teatrali in questa operazione fa uso di inconsuete corde drammatiche; Claudio Casadio, ammirato nella straordinaria interpretazione nel film “L’uomo che verrà”, conferisce grande naturalezza, incisività e verità al personaggio creato da Massimo Carlotto.

Un limbo esistenziale dove il confine tra bene e male non è perfettamente tracciato, ma è solo una sottile linea destinata a far sì che i ruoli si possano invertire, che le vittime possano diventare carnefici e i carnefici vittime. Uno stimolo a riflettere sul lato tragico dell’esistenza, sui rapporti fra gli uomini e su quegli avvenimenti che a volte possono segnare la loro vita in modo irreversibile.