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Quale futuro per il sistema di emergenza e urgenza

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Quale futuro per il sistema di emergenza e urgenza

Il sistema dell'emergenza-urgenza è in continua evoluzione. Si modificano gli standard di sicurezza, si opera in rete con il sistema regionale sanitario e pertanto con le altre strutture analoghe, ma anche con ospedali specializzati e centri di riferimento specialistici. Si agisce in territori spesso disagiati nei collegamenti, sia per motivi infrastrutturali che ambientali e meteorologici.
Si combatte infine con la necessaria attenzione anche alle risorse che sono a disposizione delle aziende sanitarie.
In questo quadro di riferimento il Cimo (Coordinamento italiano medici ospedalieri) organizza per venerdì prossimo all'auditorium dell'ospedale San Donato una giornata di lavoro per una valutazione dell'esistente, ma soprattutto su possibili modelli di sviluppo di questa importantissima area di interventi sanitario. I numeri sono da capogiro. Dai 140.000 accessi ai cinque pronto soccorso della nostra provincia, ai 40.000 interventi annui medi dei mezzi del 118 in ambito di emergenza (a cui si sommano poi tutti i servizi di trasporto pazienti ordinari).
Se rapportiamo questi dati, che si riferiscono alla sola nostra provincia, alla intera Toscana, si ha chiaro un volume di attività gigantesco che deve rispondere a criteri di efficacia, efficienza e non ultimo di uso appropriato, adeguato e ben indirizzato delle risorse.
Il Cimo nel corso della mattinata avanzerà delle proposte operative. E altre ne verranno dai qualificati interventi e dalla tavola rotonda finale con la quale si metteranno a confronto i professionisti dell'emergenza, i dirigenti dell'azienda sanitaria, la politica locale e regionale, con la presenza dell'assessore Daniela Scaramuccia.
I lavori prenderanno il via alle 9 con una serie di relazioni sul rapporto fra emergenza urgenza e strutture sia ospedaliere che territoriali. 118 e pronto soccorso non sono più dei corpi separati dal resto del servizio sanitario, ma diventano ogni giorno di più addirittura un anello di congiunzione e un passaggio per centinaia di migliaia di cittadini dall'uno all'altro ambito. L'utilizzo di nuove reti, locali (del trauma, cardiologico, dell'ictus) e regionali, l'utilizzo dell'elisoccorso che sia per l'appropriatezza dell'assistenza da fornire ai cittadini, sia per i tempi da rispettare nell'intervento in zone impervie, sono motivi di grande innovazione e necessitano anche di uno studio aggiornato sulle loro gestioni, anche in previsione di una ristrutturazione del servizio operativo delle centrali del 118.
L'assise di venerdì avrà un carattere propositivo ed operativo, tenuto conto della presenza di amministratori di Regione e Comune che si confronteranno assieme ai professionisti sulle necessarie allocazioni tecniche e di risorse, al fine di garantire un equo servizio a tutti i cittadini. Senza dimenticare la necessità unificare il modello regionale di emergenza urgenza, che pur seguendo linee guida regionali, spesso opera in modi assai diversi da provincia a provincia.
Fra i tanti interventi in programma, oltre a quello dell'assessore Scaramuccia, da segnalare Vincenzo Ceccarelli, Giuseppe Fanfani, i dirigenti del Cimo locale e regionale, i responsabili del servizio di elisoccorso, il presidente dell'ordine dei medici di Arezzo Lorenzo Droandi, e ovviamente la dirigenza della Asl e delle specifiche unità operative di 118, pronto soccorso e del dipartimento che li racchiude nell'emergenza urgenza.