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RC auto e decreto liberalizzazioni

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RC auto e decreto liberalizzazioni

Altro che liberalizzazioni. Nel decreto legge ‘CrescItalia’ varato il 24 gennaio dal Governo c’è una norma che limita la libertà dei cittadini e altera la concorrenza nel mercato delle riparazioni di auto.
Il comma 2 dell’articolo 29 del Decreto liberalizzazioni stabilisce infatti: “In alternativa ai risarcimenti per equivalente, è facoltà delle compagnie offrire, nel caso di danni a cose, il risarcimento in forma specifica. In questo caso, se il risarcimento è accompagnato da idonea garanzia sulle riparazioni, di validità non inferiore ai due anni per tutte le parti non soggette a usura ordinaria, il risarcimento per equivalente è ridotto del 30 per cento”.
Significa che, in caso di incidente automobilistico, i cittadini possono scegliere il risarcimento ‘in forma specifica’, vale a dire far riparare gratuitamente il veicolo dalle officine di carrozzeria convenzionate con l’assicurazione. Oppure possono optare per il risarcimento ‘per equivalente’ che consiste nel rimborso del danno dalla propria compagnia di assicurazione per poi far riparare l’auto dal proprio carrozziere di fiducia. Ma, in questo secondo caso, devono rinunciare al 30% del risarcimento dovuto dall’assicurazione.
In pratica gli automobilisti non sarebbero più liberi di farsi riparare l’auto da chi vogliono e non sarebbero più liberi di scegliere di essere risarciti in denaro, perché in entrambi i casi perderebbero il 30% dell’importo del risarcimento. Insomma, in un colpo solo, si penalizzano sia i consumatori sia 14.000 imprese di carrozzeria indipendenti e i loro occupati.
Le Associazioni dei Carrozzieri di Cna e Confartigianato, non ci stanno e sollecitano al Parlamento la cancellazione del comma 2 dell’articolo 29 del Decreto Legge 1/2012.
“Se venisse attuata questa norma oltre a ledere la libertà di scelta dei consumatori, si metterebbero in ginocchio le 14.000 imprese di carrozzeria indipendenti che non operano in convenzione con le compagnie di assicurazione”.
Sottolineato Ivo Bobini presidente CNA Unione servizi alla persona Arezzo e Roberto Carria presidente Confartigianato Autoriparazione Arezzo. Le associazioni nazionali hanno in questi giorni organizzato un’iniziativa a Roma alla quale sono intervenuti i Senatori del Pd Anna Rita Fioroni e Giancarlo Sangalli, l'On. Marco Reguzzoni (Lega Nord), l'on. Raffaello Vignali (Pdl), l'On. Alberto Fluvi (Pd), Bartolomeo Giachino, già Sottosegretario ai Trasporti. Gli esponenti politici si sono impegnati per una modifica della norma del decreto liberalizzazioni.
“La norma è, – precisano Carria e Bobini – incostituzionale perché aggira la sentenza della Corte Costituzionale 19 giugno 2009, n. 180, dove viene confermato che il sistema del risarcimento diretto è facoltativo e che tale sistema non può e non deve essere considerato e/o utilizzato come se fosse “obbligatorio”, quanto piuttosto quale alternativa rispetto al sistema tradizionale (risarcimento corrisposto dalla compagnia del responsabile). “
A dar ragione alle Associazioni di categoria è intervenuto anche il recente parere della Commissione Giustizia del Senato, approvato lo scorso 1° febbraio, dove si legge che il risarcimento del danno in forma specifica sia previsto meramente come facoltativo e che sia soppressa la decurtazione del 30% al risarcimento per equivalente, che spetta all’automobilista che non sceglie la forma specifica.
I Presidenti nazionali delle Associazioni, che erano presenti all’audizione svoltasi presso la Commissione Industria del Senato, hanno denunciato i rischi per i consumatori e gli imprenditori del settore e hanno sollecitato l’abrogazione del comma 2 dell’articolo 29 del decreto liberalizzazioni. I componenti della Commissione hanno manifestato attenzione e disponibilità nei confronti delle sollecitazioni dei rappresentanti della categoria.