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‘Simbologie materiche’: doppia sede per due artisti della materia

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‘Simbologie materiche’: doppia sede per due artisti della materia

Con il patrocinio della Presidenza del Consiglio Comunale e dell’Università degli studi di Siena, si inaugura mercoledì 16 maggio alle 17 la mostra “Simbologie materiche” degli artisti Adriano Maraldi e Decio Zoffoli organizzata e curata da Barbara Rossi.
Doppia sede espositiva: palazzo comunale, che ospita le opere dei due autori nel cortile e nel loggiato al secondo piano, e palazzo della Provincia che apre il suo atrio d’onore e il giardino pensile. L’inaugurazione è di conseguenza “itinerante” cominciando in palazzo comunale per poi spostarsi nella sede di fronte.
Gli orari: a palazzo comunale, dal lunedì al venerdì dalle 8,30 alle 13 e dal martedì al giovedì dalle 15,15 alle 17,45. In Provincia: dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 12,30 e dalle 16 alle 19. Fino al 10 giugno.
Cecilia Sperduti dell’Università di Siena ha dichiarato: “l’adesione dell’università a questa iniziativa conferma l’importanza che per la nostra istituzione ha il rapporto con il territorio e la città di Arezzo, specialmente quando è un percorso culturale a creare un’opportunità importante che grazie a Barbara Rossi sta prendendo vita e che avrà il suo momento di riconoscimento ufficiale durante la cerimonia di consegna dell’opera che il maestro Maraldi donerà alla Biblioteca Centrale della Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo. Inostri studenti hanno l’opportunità di studiare e vivere in un campus che ha avuto e ha un grande significato e una grande storia: con questa iniziativa potranno studiare in un posto più bello”.

Pittura e scultura. Adriano Maraldi e Decio Zoffoli, entrambi artigiani e ricercatori della materia, come pura essenza artistica, affrontano attraverso l’uso di materiali poveri e di riciclo il tema della comunicazione. Un dialogo alternativo quello con i pesci di Maraldi in cui la solitudine e la desolazione dell’artista si riflette in opere come Ombrelloni in libertà o l’Uomo che parlava ai pesci (2011). In un mondo dove la cultura appare quasi da ostacolo all’economia, l’unica forma libera dall’inettitudine del dialogo sembra apparire proprio lo scambio con la natura. Tele impastate di terre e colori acrilici sono impreziosite da venature rese brillanti da pennellate color oro. Maraldi è un’artista a tutto tondo, un acuto osservatore silente del passato come del presente. Specializzato nella tecnica calcografica, si serve di una carta trattata usata nell’industria elettrotecnica, per esprimere il suo disegno più virtuale e luminoso. Da questo materiale inizia la raccolta degli oli su carta eseguiti tra il 1980 e il 2000. Sono un esempio: Dentro la balena, Valutazione dell’opera e Interreligioso. Condotte a tecnica mista o acrilico su pannello sono invece le opere dedicate al suo mare di appartenenza, l’Adriatico, che mai si stancherà di dipingere in situazioni calate nel quotidiano: Ore 11,30 a Cesenatico, Ore 12,30 a Cesenatico, In compagnia dei pesci, Oggetti in cerca di equilibrio. Ricerca del colore studiata in quest’ultimo trittico di opere eseguite negli anni ottanta, una trasformazione dell’immagine in oggetto fluttuante che indaga e si perfeziona tramite il linguaggio della video-art: da qui il video realizzato a Parigi, sua città di adozione, nel 1983 per la regia di Jean-Francois Reveillard, Objets libres.
Maraldi è anima di Artigianalculture, associazione che vuole tenere uniti i maestro d’arte, artigiani e studenti usciti dall’università, ovvero l’idea, il macchinario e la conoscenza: una neo – bottega rinascimentale con i caratteri della modernità.

Forse dobbiamo ritornare all’ascolto di noi stessi come sussurra l’Eco del Mare o comunicare più con le nuove generazioni come si comprende nelle Chiacchiere di Decio Zoffoli, entrambe opere eseguite tra il 2010 e il 2011. Formatosi fin da giovane nella bottega del padre, Zoffoli si è specializzato nel plasmare materiali duttili come la terracotta e il cemento. Per l’artista è fondamentale comunicare con l’espressione delle sculture tanto da ritrarle sempre con la bocca aperta. In ginocchio, Attesa o Ali della Libertà, come percepiamo dal titolo, sono opere che racchiudono un significato metaforico dei tempi e conseguenza quasi minacciosa del periodo in cui viviamo. Condizionamenti che impediscono all’uomo di liberarsi dai soprusi e dalle ingiustizie continue che richiede lo stare civilmente in una comunità: prima o poi ognuno è chiamato a rispondere delle proprie omissioni. La corruzione, abuso dal quale l’individuo si sente ingannato, è celata nelle spoglie dell’opera intitolata Il giudice.
Rappresentata da una lama liscia e tagliente si appoggia contro una figura ieratica, imparziale, umile agli occhi del mondo su cui per primo l’artista si immortala ergendosi a giudice di sé stesso.
Le donne di Zoffoli sono un inno alla femminilità, elaborate con estrema delicatezza nelle pose più svariate racchiudono la capacità di sfruttare appieno la forma dentro il suo spazio che si risolve nella posa plastica. Appartengono a questo corpus di opere Donna dall’Africa avvolta nell’elegante silhouette di rame e ferro, Ballerina2 e Flamenco dove la terracotta modellata si moltiplica in tante pieghe restituendo alla struttura dinamicità e leggerezza. Volti altrettanto femminili sono ritratti nella serie dei Vasi finemente decorati di perle, vetro e ceramica.
Chiude la carrellata di opere una Marilyn mozzafiato ritratta nella celebre scena in cui la gonna del vestito bianco è sollevata dal passaggio di un treno della metropolitana e destinata diventare l’icona del cinema del XX secolo.
Altre opere sono visibili al Caffè Sandy di via Garibaldi 65, da Lella Pepe in via Vittorio Veneto, da Lapini in Corso Italia, presso DeiBardi.arte in Piazza Grande, Mirella Terziani in via Madonna del Prato 24, Ottica Vogue in via Garibaldi 56/58, Carlo Pini in via Garibaldi 186/182, Al Fogher al Ponte alla Chiassa.
Hanno inoltre contribuito: Confcommercio, Buccia Nera, Zootecnica del Pratomagno, Strade del vino terre di Arezzo, Lia Carta.