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Valdarno: continua la lotta alle sagre

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Sono stanchi i ristoratori di convivere con il proliferare di sagre e feste paesane. Nella maggior parte dei casi le rievocazioni non appaiono agli occhi di chi lavora nella ristorazione come iniziative mirate a valorizzare il territorio e i suoi prodotti tipici, ma vera e propria concorrenza sleale.
Confesercenti quindi ha inteso sensibilizzare le amministrazioni locali invitandole a valutare l’applicazione della Tarsu.
“In attesa che si delineino – dichiara Valentina Patanè responsabile di Confesercenti Valdarno – i calendari cui ogni amministrazione deve ricorrere in adempimento al testo unico del commercio e che venga effettuata la concertazione con le parti sociali interessate è giusto che si applichi la legge in modo uguale per tutti”.
“Non è ammissibile – aggiunge la responsabile di Confesercenti Valdarno – che ai ristoratori si chiedano crescenti tariffe suoi rifiuti e che al contrario per le sagre che producono considerevoli quantità di rifiuti, non sia previsto alcun costo relativo allo smaltimento a carico degli organizzatori”.
Un trattamento di favore che tra l’altro è consentito in un periodo in cui i ristoranti, ma anche i singoli cittadini, si trovano a dover far fronte a continui aumenti dei costi dei servizi, compresa quindi la Tarsu.
“L’associazione di categoria – spiega Patanè – ha quindi scritto ai Sindaci del territorio per domandare perché una sagra che in media può erogare ogni sera 700 – 800 pasti per un periodo che varia da 3 a 9 giorni, che produce importanti quantità di rifiuti (carta, plastica, vetro, organico ecc.) non deve sostenere costi per lo smaltimento? perché questo costo lo deve sopportare la collettività?”
Confesercenti adesso attende risposte a queste questioni proseguendo la battaglia a tutela dei pubblici esercizi e dei ristoranti che per tutto l’anno tengono aperte le loro attività.