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Addio curatore unico, il gioco di squadra premia mercato mostre

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Roma, 11 nov. (Labitalia) – Il gioco di squadra premia il mercato delle mostre che, in Italia, non risente della crisi. Non sono poche, infatti, le esposizioni che contano più di un curatore professionista. E' quanto emerge dalla ricerca Amiex sul settore espositivo, presentata in vista di 'Culture stock exchange', il primo appuntamento in Europa dedicato allo sviluppo, la co-produzione e lo scambio dei progetti legati alle mostre e ai servizi collegati, che si terrà a Torino l'11 e 12 marzo 2014, promosso da Fondazione industria e cultura e organizzata da Gl events Italia-Lingotto Fiere.Nel 2012, si legge nell'indagine, il campione analizzato è di 7.555 mostre (il 70% circa del mercato espositivo), contro le 6.120 dell'anno precedente. Concentrate soprattutto al Nord (4.138 contro le 2.299 del Centro e le 1.118 del Sud e delle isole), le esposizioni hanno una durata media di 51,20 giorni, con una preferenza per gli eventi che durano meno di un mese.Per quanto riguarda la tipologia, netta prevalenza dell'arte contemporanea (60%) seguita a ruota dalla fotografia (14%). "Un dato che – osserva Amiex – conferma l'attenzione nei confronti di forme espressive più legate alla contemporaneità, ma nel contempo sottolinea la scarsa attenzione verso temi come il design, la moda e la scienza". Il 52,1% degli appuntamenti è ospitato in luoghi privati con un incremento (+2,5%) delle aziende, a conferma di un rapporto sempre più stretto tra imprese private e mondo culturale. Un segno di cambiamento arriva dai curatori, che nel 2012 sono 3.602. Se nel 2009 le mostre con un curatore unico erano il 71,7%, nel 2012 sono scese a 64,6%: una tendenza che indica come, sotto la pressione della congiuntura economica che ha ridotto le occasioni, i professionisti abbiano preferito 'fare squadra' associandosi tra loro.A livello internazionale, negli ultimi anni sono stati inaugurati nuovi musei e spazi espositivi soprattutto nei paesi in fase di crescita accelerata, come la Cina. Si registra anche un aumento del mercato mondiale delle mostre temporanee, itineranti o meno, e la circolazione di opere è incoraggiata da molti soggetti regolativi.Dai primi dati emerge, dunque, come il settore delle mostre sia attivo nonostante la congiuntura economica negativa in corso e, in linea generale, non abbia risentito della crisi, ma abbia colto l'opportunità per riorganizzarsi e provare nuove modalità strutturali. "Proprio per questo motivo – sottolinea Patrizia Asproni, presidente di Fondazione industria e cultura – è ancora più importante il debutto di Amiex, perché c?è bisogno di fare sistema. Con la prima Borsa delle mostre raccogliamo una richiesta degli operatori, che hanno bisogno di un luogo reale in cui la domanda e l'offerta di servizi si possano incontrare. A marzo, al Lingotto, daremo vita a un vero Cultural Stock Exchange".