Home Attualità Economia Ammortizzatori sociali in esaurimento, l’allarme della Cgil

Ammortizzatori sociali in esaurimento, l’allarme della Cgil

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“Servono 60 milioni di euro. Per ora ce ne sono 33. Questo vuol dire che quasi la metà delle domande di cassa integrazione in deroga rimarranno senza risposta in Toscana” .
Giorgio Cartocci esprime la fortissima preoccupazione della Cgil per il perdurare dell’assenza del decreto ministeriale che blocca la possibilità per le Regioni di approvare le domande e passare quindi le pratiche all’Inps. Ricordiamo che la cassa integrazione in deroga è l’unico ammortizzatore sociale per i dipendenti di quelle imprese che non possono ricorrere alla cassa integrazione guadagni. Interessa quindi, in modo particolare, le aziende dell’artigianato e della piccola e media impresa. Le domande devono essere presentate dal datore di lavoro entro 20 giorni dalla sospensione dell’attività corredata dal verbale di accordo sindacale e dall’elenco dei lavoratori interessati.
La situazione è estremamente grave anche in provincia di Arezzo e in Toscana dove il fabbisogno 2013 sfiora i 60 milioni di euro e le risorse disponibili, in assenza di un nuovo decreto ministeriali, arrivano appena a 33 milioni di euro.
“Se non ci saranno interventi, quasi la metà dei lavoratori delle piccole aziende in crisi resteranno tra pochissimi mesi senza alcun sostegno. Inoltre ci sono forti preoccupazioni sul futuro dello Sportello anticrisi della Provincia”.
In Toscana, da gennaio ad oggi, le domande di cassa integrazione in deroga sono aumentate del 135% e le aziende interessate sono 5.000 rispetto alle 2.800 dello stesso periodo dello scorso anno.
In provincia di Arezzo, dal 2009 al 2012 sono state presentate 6.406 domande per 9.558 lavoratori distribuiti in 1.759 aziende. Sono cifre che assegnano ad Arezzo il 14,76% della quota complessiva regionale. La cifra necessaria per rispondere a queste domande è stata di oltre 123 milioni di euro. Nello stesso periodo lo Sportello anticrisi della Provincia ha assistito 1.801 lavoratori e 350 imprese.
“Si profila quindi una gravissima crisi sociale senza precedenti – conclude Giorgio Cartocci. La Cgil chiede che anche le istituzioni locali e la Regione si attivino affinchè questa sia la priorità del nuovo Parlamento dopo l’insediamento dei nuovi eletti”.