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Nando Dalla Chiesa ad Arezzo

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Martedì 12 marzo, a partire dalle 17,00, nella sala delle conferenze della CGIL di Arezzo, in via Monte Cervino 24, si terrà la conferenza dal titolo “Ricordiamoci della Giustizia Sociale”. Organizzata dalle Acli, CGIL, Libera e Arci, ospite d’onore del pomeriggio di discussione, sarà il presidente onorario di Libera, Nando Dalla Chiesa e insieme a lui, faranno parte del tavolo anche Francesco Romizi, Presidente di Arci e referente aretino per Libera, Enrico Fiori, Presidente delle Acli e Giorgio Cartocci, segretario provinciale del sindacato che ospita l’iniziativa, la CGIL, che inoltre presenterà la campagna “Io Riattivo Il Lavoro”, una proposta di legge d’iniziativa popolare formulata dal sindacato, per l’emersione alla legalità e la tutela dei lavoratori delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata.
Ospite importante Dalla Chiesa, per la sua storia e per il suo impegno dai mille risvolti: scrittore e politico italiano, figlio del generale Carlo Alberto, docente di sociologia all'Università Statale di Milano, deputato, senatore e sottosegretario all'Università e alla Ricerca per l'Unione. Autore di diversi libri di denuncia come “Delitto imperfetto” e di numerosi saggi, basta citare volumi come “La politica della doppiezza”, “Storie di boss, ministri, tribunali, giornali, intellettuali, cittadini”, “Il giudice ragazzino” e “Storie eretiche di cittadini perbene”. Ha fondato la casa editrice Melampo.
Dalla Chiesa sarà ad Arezzo anche per presentare la diciottesime “Giornata della Memoria e dell’Impegno in Ricordo delle Vittime delle mafie” che si terrà a Firenze il prossimo sabato 16 marzo. Durante il pomeriggio, per chiunque vorrà, sarà possibile dare l’adesione e prenotare la propria partecipazione alla trasferta fiorentina. Sabato, infatti, ricorderemo tutte le vittime innocenti delle mafie. Oltre 900 nomi di vittime, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore e coerenza, hanno compiuto il loro dovere: “Ma da questo terribile elenco – sottolinea Libera – mancano tantissime altre vittime, impossibili da conoscere e da contare”.