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Confcommercio: ‘Bene la Task force in Valdarno contro la Tares’

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“La task force contro la Tares messa in piedi dai Sindaci del Valdarno ci piace e ci sostiene in questo momento così difficile per tante imprese del terziario, che fra contrazione dei consumi tasse in aumento sono a rischio chiusura”. I presidenti delle delegazioni Confcommercio del Valdarno, Lorenzo Parigi e Paolo Mantovani, commentano con queste parole gli incontri che nel giro di pochi giorni hanno portato gli amministratori dei Comuni valdarnesi a confrontarsi tra di loro e con i parlamentari eletti sul territorio in merito all’applicazione della nuova tassa sui rifiuti e sui servizi urbani introdotta dal Governo Monti.

“Avevamo lanciato qualche mese fa un appello accorato a tutte le Amministrazioni Comunali perché riducessero al minimo l’impatto della Tares sui bilanci delle imprese”, raccontano i due presidenti della Confcommercio, “vedere accolto il nostro grido di aiuto almeno a livello locale ci fa ritrovare fiducia nelle amministrazioni”.

Tra le richieste fatte dalla Confcommercio ai Sindaci valdarnesi quella di posticipare l’introduzione della Tares di almeno un anno, nella speranza che nel frattempo il nuovo Parlamento modifichi il provvedimento. In subordinata ipotesi, qualora i Comuni fossero comunque costretti ad applicare subito la legge, la richiesta era quella di utilizzare dei correttivi per renderla più equa, sia in quanto alla selezione delle metrature tassabili, sia in merito alla scelta dei coefficienti minimi previsti dalla legge. “Così come è concepita ora la Tares è iniqua e sproporzionata”, spiegano Parigi e Mantovani, “il Governo Monti ha trasformato in una tariffa quella che finora era una tassa sui rifiuti, rendendola un costo indeducibile dal reddito di impresa; poi ha aumentato a dismisura i coefficienti per la sua applicazione, che grava anche sulle superfici improduttive delle aziende, come i piazzali esterni dei benzinai, i magazzini dei fioristi o i corridoi negli alberghi. In più, come se non bastasse, insieme alla voce sui rifiuti ci ha aggiunto una serie di servizi pubblici, come l’illuminazione, che le imprese già pagavano con altri tributi”.

“Sappiamo bene che i Comuni hanno le mani legate e non possono fare molto, ma per quanto è in loro potere abbiamo chiesto che aiutino le nostre imprese a non morire” proseguono i due presidenti della Confcommercio valdarnese, “se non vogliamo città e centri storici deserti dobbiamo fare qualcosa tutti insieme. Speriamo che i parlamentari aretini neoeletti si facciano portavoce del forte disagio di imprese e Comuni nelle sedi più appropriate”.