Home Attualità Economia Edilizia e impianti: fatturato dimezzato in 4 anni

Edilizia e impianti: fatturato dimezzato in 4 anni

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2008 – 2012. Quattro anni di crisi che hanno dimezzato il fatturato del settore delle costruzioni. Con conseguenze gravissime nelle imprese e nella vita quotidiana non solo dei lavoratori ma anche dei titolari delle aziende: è di questi giorni la notizia di un imprenditore che a causa delle difficoltà economiche si è visto portare via la casa.

“Non siamo di fronte ad un caso isolato ma solo “estremo”. Basta riflettere sui dati del Falea, il fondo bilaterale artigiano dell’edilizia – commentano Tiziano Ranieri e Paolo Scarpini, Presidenti di CNA Costruzioni e CNA Installazioni Impianti. Se nel 2008 la massa salari era di 32 milioni di euro, nel 2012 siamo scesi a 23.800.000; le aziende sono passate da 790 a 574 e l'occupazione è calata da 2.514 a 1.655 addetti”.

CNA individua nel credito uno dei principali fattori di criticità. “Il sistema non funziona più come una volta, perché nonostante i Consorzi Fidi diano garanzie richieste alle aziende fino a coprire l'80% delle somme, le banche non concedono niente e questa mancanza di denaro liquido strangola le piccole e medie imprese – affermano Ranieri e Scarpini. Anche le aziende sane finiranno per soccombere perché non hanno neppure il credito minimo per mantenere il denaro in circolo”.

Centrale rimane comunque il problema della domanda e quindi del mercato. “E' innegabile – sottolineano i due Presidenti – che uno degli aspetti fondamentali per la ripresa dell'economia e di conseguenza del settore costruzioni ed impianti sia rappresentato dalla ripresa dei consumi che il generale clima di sfiducia ha portato ai minimi termini. Le vendite di immobili hanno fatto registrare una brusca frenata. Ottenere mutui è diventato sempre più difficile perché le banche tardano ad erogare e il potenziale acquirente, sempre più sfiduciato, rinuncia”.

Secondo Ranieri e Scarpini gli strumenti per il rilancio del settore potrebbero derivare “dallo sblocco dei pagamenti da parte delle pubbliche amministrazioni, dalla revisione del patto di stabilità consentendo agli enti più virtuosi di pagare i debiti nei confronti delle piccole e medie imprese evitando così il collasso di tutto il ciclo produttivo. In particolare si potrebbe prevedere di svincolare il patto di stabilità dagli interventi di messa in sicurezza degli edifici secondo la normativa antisismica e da quelli sull'edilizia scolastica. Non da sottovalutare – afferma Ranieri – la possibilità da parte delle amministrazioni di prevedere la riqualificazione dei centri storici anche attraverso piccoli interventi di ristrutturazione, con un parziale abbattimento degli oneri di urbanizzazione”.

Infine la green economy che “offre agli enti pubblici l'opportunità di svolgere un ruolo di primo piano in materia di efficienza energetica – sottolinea Scarpini. Tutte le opere legate alle fonti di energia rinnovabili, quali il fotovoltaico, riqualificazione del patrimonio edilizio esistente riclassificando gli edifici agli standard europei (coperture ventilate, coibentazione termica, infissi termici ecc.) potrebbero essere incentivate mediante sgravi fiscali (detrazione del 50%), una diminuzione degli oneri dovuti all’amministrazione o convenzioni con le banche per una riduzione del tasso di interesse o meglio con contributi in conto interessi da parte dell’Amministrazione. Indubbiamente il parco immobiliare rappresenta il settore con le maggiori potenzialità di risparmio energetico”.

Altro aspetto chiave a sostegno del settore – concludono i due Presidenti – è lo snellimento della burocrazia: ci auguriamo che il potenziamento dello sportello unico dell'edilizia diventi il punto di riferimento per tutti gli atti riguardanti gli interventi nel settore”.