Home Attualità Filca Cisl: edilizia scolastica superare il patto di stabilità

Filca Cisl: edilizia scolastica superare il patto di stabilità

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Arezzo – E’ un argomento che ciclicamente si ripresenta alla pubblica opinione e ci riferiamo al tema dell’edilizia scolastica provinciale, diventato uno dei problemi contingenti dell’Amministrazione provinciale la quale, per l’ennesima volta, quasi in segno di resa ha di nuovo alzato le mani, dicendo: noi vorremmo, ma non ci sono fondi per effettuare gli interventi perché il Patto di stabilità non ci permette di usare le pur notevoli somme accantonate.
Ritornello, questo, risuonato anche nell’ambito del recente convegno, che si è tenuto nei giorni scorsi nella Sala dei Grandi della Provincia, dall’accattivante quanto forviante titolo: Edilizia scolastica … quale futuro per le nostre scuole?
Di questo passo, dice Gilberto Pittarello, responsabile territoriale FILCA CISL di Arezzo, di futuro sembrerebbe non essercene se si continua a rimandare i necessari e certamente non più procrastinabili interventi di manutenzione perché si continua a “vincolarli” al Patto di Stabilità e non si cerca di guardare e andare oltre così come ascoltare e valutare chi ha delle proposte alternative.
Se è dal 2004, come ha ricordato l’assessore, che il Governo non finanzia la Legge 23/96 sull’edilizia scolastica se non con somme poco più che simboliche, questo non giustifica in maniera più assoluta l’atteggiamento di resa tenuto fin qui dalla politica locale. Che, pur conoscendo lo stato di gravità in cui versano molte strutture scolastiche, così come lo stato di difficoltà del settore dell’edilizia provinciale, nulla sembra abbia fatto e nulla sembrerebbe intenda fare se non quello di addebitare colpe ad altri.
Poiché tutti i giorno ci confrontiamo con chi è in prima linea, questo modo di fare, non solo lo riteniamo poco costruttivo, ma anche poco rispettoso dal momento che nessuno ha titolo per tirare i remi in barca e men che meno chi siede oggigiorno sugli scanni della pubblica amministrazione.
Alla Provincia, prosegue Pittarello, ci permettiamo di segnalare che, non più tardi del 3 ottobre 2012, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di concerto con i Ministeri dell’Istruzione e della Ricerca e dell’Economia e Finanza ha pubblicato il Decreto che riporta l’approvazione del programma di edilizia scolastica. Ebbene, in tale programma risulta che la Toscana ha segnalato ben 65 interventi per un importo di 7.660.000,00. Vien da chiedersi quanti di questi ne sono stati segnalati dall’Amministrazione provinciale aretina? Nessuno. Ma leggendo attentamente la tabella si scopre che in autonomia i comuni di Bibbiena, Caprese Michelangelo, Monte S.Savino, Pieve S. Stefano e San Giovanni Valdarno hanno fatto richiesta e sono stati ammessi al finanziamento. Scorrendo ancora notiamo che, fra i tanti, hanno ricevuto finanziamenti anche le province di Lucca, Pistoia, Prato e Siena. Immaginiamo che anche queste Amministrazioni debbano sottostare famigerato Patto di Stabilità, ma hanno osato cercare: si sono mosse. Particolarmente virtuosa la provincia di Lucca che, a fronte di un piano di intervento di 27 milioni di euro necessari per mettere in sicurezza gli istituti di scuola superiore, non solo ha ricevuto fondi statali per 900.000,00 euro, ma è stata ammessa ad un ulteriore finanziamento di 20 milioni di euro tramite un bando promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca.
Questo significa che tra tutti gli attori del territorio c’è collaborazione e condivisione. Un modus operandi che invitiamo i nostri amministratori ad imitare coinvolgendo, ad esempio per ogni vallata compreso il capoluogo, i locali istituti bancari di modo tale da reperire fondi per iniziare quella messa in sicurezza necessaria almeno per alcuni plessi scolastici da scongiurare ad esempio la migrazione da un luogo all’altro che non è certo la soluzione. Di questi tempi fare rete, conclude il responsabile territoriale FILCA CISL, non solo è auspicabile, ma necessario per dare risposte ai cittadini utenti, ai lavoratori e alle imprese locali che riceverebbero, così, una boccata d’ossigeno.