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Flai Cgil: film inchiesta ‘Schiavi’ per gridare indignazione

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Roma, 8 ott. (Labitalia) – E' stato presentato questa mattina, presso la Sala Stampa Estera, il film inchiesta di Stefano Mencherini 'Schiavi. Le rotte di nuove forme di sfruttamento'. "Il racconto di una odissea -si legge in una nota della Flai Cgil- di quanti partono da paesi africani in cerca di futuro e lavoro in Europa e, quando non trovano la morte, si scontrano con situazioni estreme, sia dal punto di vista dell'accoglienza che delle condizioni di lavoro. Il titolo del film non è purtroppo una retorica esagerazione, poiché in Italia il combinato disposto della legge Bossi-Fini e del reato di clandestinità, riduce uomini e donne in condizione di ricatto continuo, così da non poter pretendere il rispetto dei diritti minimi, non di lavoratore ma di essere umano". Stefania Crogi, segretario generale Flai Cgil nazionale, nel corso dell'iniziativa ha ricordato come "la presentazione di 'Schiavi' coincida con l'ennesima tragedia nel Mediterraneo, oggi intendiamo anche con questo film amplificare la nostra denuncia, gridare la nostra indignazione". "Ma non solo, vogliamo anche, in continuità con le nostre campagne e mobilitazioni – ha detto – al fianco dei lavoratori migranti, indicare delle soluzioni. Al primo posto la cancellazione di una vergogna nazionale come la Bossi-Fini; una legge iniqua, per la quale non servivano gli oltre 300 morti di Lampedusa ad evidenziarne i limiti. Poi c'è la necessità generale di norme che regolino un mercato del lavoro che sia trasparente e legale, strappato dalle mani dei caporali. Il nesso tra condizioni di vita e di lavoro è strettissimo, ed agendo su tutele e diritti è possibile creare nuove politiche di accoglienza, così da non gettare questi lavoratori e lavoratrici, questi nuovi cittadini, nelle mani della criminalità". Vera Lamonica, segretario confederale della Cgil, ha evidenziato come "siano necessarie risposte serie e tempestive da parte dell'Europa, un luogo intorno al quale non possiamo pensare di costruire muri". "Al governo italiano -ha detto- chiediamo un piano nazionale di accoglienza, la creazione di corridoi umanitari, che prevedano una protezione internazionale già dai paesi di origine. E' necessaria una legislazione sul diritto di asilo, ma contestualmente la cancellazione della Bossi-Fini, che genera anche una spirale ricattatoria rispetto alle condizioni di lavoro". "E per tornare al film inchiesta di oggi, voglio dire che l'Italia potrà dirsi un paese democratico e civile -ha concluso la dirigente sindacale- quando nessun lavoratore dovrà trovarsi nella condizione di essere protagonista di un film dal titolo 'Schiavi'".