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Forestale: rifiuti pericolosi sequestrati in valtiberina

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Forestale: rifiuti pericolosi sequestrati in valtiberina

Nell'ambito dell'operazione ''Vesper'' condotta dal Nucleo operativo speciale di Arezzo del Corpo Forestale dello Stato, per il contrasto al traffico
illecito dei rifiuti in Provincia di Arezzo, questa volta, dopo il Valdarno, i controlli si sono concentrati in valtiberina e segnatamente tra i Comuni di

Sansepolcro e Pieve santo Stefano dove, nel primo pomeriggio di ieri sono stati intercettati due autotrasportatori dediti al recupero, trasporto per la
successiva vendita presso alcuni centri di raccolta, di rifiuti speciali.

Il primo caso ha interessato un cittadino marocchino che, a bordo di un autocarro è stato sorpreso a trasitare sulla strada provinciale dello Spino
carico di rifiuti speciali. Dapprima è stato seguito per conoscerne i movimenti, attraverso i quali è stato accertato lo svolgimento di una vera e
propria attività porta a porta per il trasporto di rifiuti conto terzi.
Successivamente gli è stato intimato l'alt in corrispondenza del centro abitato di Pieve Santo Stefano, dove alla richiesta di fornire i titoli autorizzativi previsti dal Codice Ambientale, questi ha comunicato di non averli mai conseguiti poichè la sua attività, a suo modo di vedere era leggittimata unicamente di una semplice licenza per il commercio ambulante del ferro.
Il carico trasportato era costituito da rifiuti speciali pericolosi, tra cui, radiatori, parti di autoveicoli, appartecchiature elettriche ed elettroniche, imballaggi contaminati da sostanze pericolose, insomma una vera e propria bomba ecologica in assenza di qualsiasi documentazione che ne attestasse la loro
tracciabilità.
Oltretutto il conducente del veicolo è risultato atresì titolare di una ditta regolarmente iscritta alla camera di commerico, titolo con il quale si sentiva
libero di poter svolgere questa attività in barba a tutta la normativa posta a tutela dell'ambiente e, peraltro a quella sulle norme che regolano
l'autotrasporto.
Vista la gravità della situazione è scattato l'immediato sequestro d'iniziativa attraverso il quale l'autocarro e i rifiuti sono stati tolti dalla disponibilità del marocchino, per essere invece affidati in custodia alla depositeriza convenzionata, contestualmente è stato deferito all'Autorità
Giudiziaria per raccolta, trasporto e gestione illecità di rifiuti speciali pericolosi e non. Adesso rischia l'arresto fino a 2 anni, un'ammenda di 26000
euro e la confisca del veicolo.
Analogo caso è toccato ad un macedone sopreso nel Comune di Sansepolcro mentre stava trasportando rifiuti speciali, questa volta non pericolosi, costituiti da rottami di ferro. All'atto del controllo è risutato titolare di una impresa edile, regolarmente iscritta all'albo dei gestori ambientali ma per il solo trasporto in contro proprio dei rifiuti derivanti dai propri cantieri.
Il materiale trasportato oltre a non essere accompagnato da regolare formulario di identificazione del rifiuto che ne attestasse provenienza e
destinazione, presentava caratteristiche non riconducibili all'attività edile, il conducente non sapeva peraltro giustificarne la presenza. Per questo è
scattata anche per lui la denucia per gestione illecità di rifiuti con contesuale sequestro penale del veicolo.
In via generale, senza alcun riferimento ai casi sopraccitati, Il mercato illegale di rifiuti metallici alimenta vere e proprie organizzazioni clandestine dedite al traffico dei rifiuti, al furto di rame, ai furti nelle case in costruzione per trarne profitti. Per questo è di vitale importanza il controllo del territorio, la prevenzione e ogni segnalazione utile a chi dovesse notare queste carrette del ferro transitare su strada.