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Parte da Arezzo un messaggio contro la violenza sulle donne

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Parte da Arezzo un messaggio contro la violenza sulle donne

Non è stata solo una serata per riconoscere il lavoro e gli ideali di cinque donne davvero speciali che si sono messe al servizio degli altri, dei più deboli, della pace, della libertà. Il Premio Internazionale “Semplicemente Donna Harmony Award”, come ha sottolineato la Presidente della Giuria Ivana Ciabatti, ha di fatto gettato le basi per trasmettere anche nelle prossime edizioni il messaggio sottolineato a più riprese: la forza delle donne, spesso osteggiate nella loro vita quotidiana, e la coesione come arma migliore per scardinare schemi e modelli culturali.

Come tutti i premi che si rispettano anche “Semplicemente Donna” ha un suo desing particolare che lo distinguerà nel tempo, come haspiegato Riccardo Guerrini di VISA Colori che ha ideato erealizzato il premio. “Le linee dolci, poco dettagliate della scultura sono volute poiché questa donna non ha età né etnia; questa figura armoniosa che riflette su se stessa e sul mondo che la circonda. Il cristallo di rocca utilizzato per la realizzazione della sfera simboleggia il pensiero la riflessione, dentro la sfera sono racchiusi il passato il presente e il futuro, le esperienze, gli affetti i valori tutti disagi e le gioie vissute”.

Sul palco del Teatro Mecenate, Monica Peruzzi ha condotto la serata organizzata dall’Associazione Premio internazionale FAIR PLAY cercando di conoscere meglio figure femminili come quella della dottoressa Sabina Nuti le cui ricerche hanno rappresentato e rappresentano oggi un importante strumento attraverso il quale la Sanità Toscana ha potuto compiere notevoli passi in avanti sul piano della qualità dei servizi offerti grazie al “metodo Nuti” adottato non solo nelle strutture sanitarie italiane.
“È facile compiere tagli alla spesa pubblica – ha ricordato la dottoressa Nuti – è assai più difficile pensare al risparmio con l’obiettivo di aumentare la qualità”.

Ma il Premio “Semplicemente Donna” grazie alle parole della dottoressa Maria Grazia Spillantini, oggi professoressa del Dipartimento di Neurologia Molecolare della clinica di Neuroscienze dell’Università di Cambridge, ha permesso di affrontare il tema della meritocrazia, delle difficoltà e degli ostacoli che troppo spesso le donne devono affrontare per inserirsi ed avere successo nel mondo del lavoro. Ed ecco emergere la determinazione della dottoressa Spillantini, una forza tale che le ha permesso di lasciare l’Italia per l’Inghilterra e di raggiungere traguardi fondamentali per lo studio delle malattie degenerative come il morbo di Parkinson e di Alzheimer.

Particolarmente emozionati le testimonianze di due donne per certi aspetti unite dall’impegno che entrambe portano avanti per migliorare la condizione femminile nei loro rispettivi paesi. Le parole di Mobina Khairandish, premiata nella categoria “Donna Coraggio”, hanno mostrato la situazione precaria in Afghanistan delle donne la cui prima preoccupazione è la sicurezza personale. Lo testimonia il numero di afgane che è vittima di violenza domestica (87%). Anche se oggi la presenza femminile nelle istituzioni ha raggiunto percentuali considerevoli, tuttavia la situazione è ancora precaria.

Grazie all’associazione ActionAid Mobina ha seguito un corso per diventare consulente para legale, ora dà il suo supporto attraverso la radio, per combattere le ingiustizie ed incoraggiare le donne afghane a rivendicare i propri diritti.

“Le donne possono fare la differenza, possono cambiare la situazione”. È il credo di Naila Ayesh, “Donna per la Pace”, la cui storia è strettamente legata alla situazione in Palestina e alla Striscia di Gaza. Un impegno civile che l’ha costretta a dover affrontare il carcere, il distacco dal marito e dal figlio. Nonostante il suo lavoro la ponga quotidianamente nelle grandi sfide, Naila ha ottenuto enormi risultati ponendo una sempre maggiore attenzione all’evoluzione dei bisogni e delle condizioni delle donne nella Striscia di Gaza e ottenendo esiti positivi attraverso il coinvolgimento della comunità.

E’ stato poi il turno di Anna Maria Cardamone, sindaco di Decollatura in provincia di Catanzaro, dove in qualità di primo cittadino si è battuta fin da subito per dare nuova credibilità all’amministrazione pubblica dopo che la Commissione Antimafia per ben due volte era stata nel Comune senza tuttavia sciogliere la Giunta. “Ho interrotto l'appalto di sempre sui rifiuti, ho lavorato alla trasparenza delle gare, ho coinvolto la popolazione nella elaborazione del Piano strutturale comunale aprendo le scuole materne ai figli degli immigrati rumeni e polacchi, coinvolgendo le loro madri”, ha raccontato Anna Maria che come donna ha dovuto affrontare lettere anonime offensive, cercando soprattutto di screditarla davanti agli occhi dei propri cittadini. Da lei è arrivato un invito a tutte le donne a non arrendersi mai davanti alle difficoltà, sottolineando le parole della Presidente della Giuria Ivana Ciabatti: “l’unione e la coesione sono le armi più forti per affrontare ogni ostacolo”.

Arezzo, città dell’oro e della creatività, ha voluto rendere un ulteriore omaggio alle premiate grazie al dono che Dea Gioielli ha realizzato appositamente per l’occasione per queste donne speciali.

Come ha sottolineato il comitato organizzatore “poter ascoltare l’esperienza di queste donne, conoscere la loro storia, è motivo di orgoglio e insieme stimolo a guardare, con occhi più attenti e cuori disposti all’azione, il mondo delle ingiustizie e delle sopraffazioni”.