Home Attualità Ritorno dalla Sierra Leone: il bilancio di una missione

Ritorno dalla Sierra Leone: il bilancio di una missione

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Su una cosa non c’è dubbio: è stato un viaggio missionario vissuto fino all’ultimo minuto per Don Giuliano Faralli, Mario Frappi e Giorgio Bernardini , Presidente e membri dell’Associazione “Solidarietà In Buone Mani Onlus” di Castiglion Fiorentino. Il 4° nella storia dell’Associazione, che dal 2005 opera in questo piccolo stato africano a supporto dell’opera dei missionari saveriani. Un viaggio pieno di ricordi, dato che molti dei progetti realizzati nel corso degli ultimi mesi e visitati in questa occasione appartengono a momenti belli e momenti tristi della vita di chi segue l’Associazione fondata da Padre Buresti. Pozzi ed opere finanziate rinunciando ai regali delle nozze o raccogliendo fondi per ricordare persone care. Tra queste ultime Mario Frappi ha intrapreso questo lungo viaggio proprio per vedere con i suoi occhi il pozzo intitolato al figlio prematuramente scomparso 2 anni fa: Luca Frappi, un ragazzo conosciutissimo e amato da tutti a Castiglion Fiorentino. Molte le tappe importanti: dopo l’arrivo a Makeni, che è di fatto il quartier generale dei missionari saveriani, la delegazione si è spostata a Kabala, cittadina del nord della Sierra leone. Tra le numerose tappe tre sono state le più importanti: il villaggio dove è stato realizzato il pozzo dedicato a Luca Frappi, il momento in cui la delegazione ha vissuto le emozioni più forti. Dove un padre che ricorda il suo figlio si è visto assalire da bambini felici per la risorsa dell’acqua pulita e potabile, ringraziare dal maestro e dalla comunità tutta. Questo giovane vive ogni giorno nel ricordo dei suoi familiari e nella gratitudine di questa povera gente. Poi la visita a Kondembaya, dove c’è la scuola finanziata da Leonardo Pieraccioni e dove è stato fatto anche un nuovo pozzo. Anche qui la comunità ha ringraziato, memore che dopo la prima visita nell’oramai lontano 2008 l’Associazione ha mantenuto i suoi impegni e soprattutto quello di realizzare la scuola per 450 bambini, in quel momento una spesa inaffrontabile. E tale sarebbe rimasta senza l’intervento del noto attore.
Poi la visita della nuova missione saveriana di Mongo Bendugu, affidata a Padre Carlo Di Sopra. Si rimane affascinati, come ha scritto nei suoi appunti Mario Frappi, dallo spirito di adattamento dei missionari. Quando una strada è ostruita o impraticabile Padre Carlo prende una grande accetta e chiama ad aiutarlo alcuni giovani dai muscoli possenti: dopo un’ora appena hanno costruito una deviazione o abbattuto e rimosso grandi alberi. Quando c’è un problema non si pensa al soccorso della tecnologia o del progresso ma si trova una soluzione pratica come si sarebbe fatto secoli addietro. Perché qui ancora poco è cambiato.
La delegazione è stata sempre accompagnata e assistita in tutto dai missionari saveriani, che in Sierra Leone sono stati un elemento chiave per la pacificazione che si è gradualmente affermata dopo la fine della guerra civile, circa 10 anni fa. Ora è possibile pensare ad un futuro per tanti giovani, in un paese non particolarmente svantaggiato dal punto di vista morfologico e delle possibilità di sviluppo ma molto di più da quello dell’arretratezza culturale.