Home Sport ‘Sport come modello di vita’, la testimonianza di Luca Panichi

‘Sport come modello di vita’, la testimonianza di Luca Panichi

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Un affollato workshop, dedicato al tema “Sport modello di vita”, si è tenuto questo mattina alla chiesa di Sant’Angelo al Cassero a Castiglion Fiorentino nell’ambito del Premio Fair Play Menarini. Relatori d’eccezione hanno affrontato argomenti attuali che riguardano giovani e meno giovani: lo sport come inclusione ed integrazione, lo sport come educazione e i valori universali dell’attività sportiva. In particolare sono emersi l’importanza di fare rete tra organizzazioni per veicolare il concetto che lo sport può migliorare la vita ed educare i bambini; l’importanza del coinvolgimento dei nonni, che possono essere d’aiuto nello stimolare i bambini verso la pratica sportiva, e questo vale anche per gli anziani. Lo sport, per loro, è un toccasana dal punto di vista della salute.
Tra i protagonisti del workshop figurano l’Agenzia Nazionale Giovani, “Sport without borders Italy”, “Sport sans frontières”, la Federazione Italiana Hockey e Federanziani. Tra i relatori anche Luca Panichi, ex ciclista perugino, adesso in sedia a rotelle dopo essere stato investito da un’auto. Luca Panichi continua le imprese sportive attraverso la sedia a rotelle.
“Consegneremo un premio a due studenti aretini che vengono da esperienze difficili – ha dichiarato Paolo Di Caro, direttore generale Agenzia Nazionale Giovani – La volontà dell’Agenzia è di promuovere l’inclusione dei giovani che hanno minori opportunità e si inserisce nell’ambito di un’idea dello sport come promozione di valori eticamente rilevanti”.
“Sport without borders significa valori etici e solidali nello sport – ha dichiarato Federico Serra, presidente di “Sport without borders Italy” – e per questo, con il nostro inserimento nel programma del Premio Fair Play, vogliamo creare un circuito virtuoso nel quale coinvolgere più persone possibili, giovani e meno giovani”.
“I modelli positivi dello sport vanno spinti e fatti conoscere – ha dichiarato Luca di Mauro, presidente della Federazione italiana hockey – Per noi si tratta di messaggi importanti anche se l’hockey è meno diffuso rispetto ad altri sport. Il nostro desiderio è di far capire a chi pratica discipline sportive che ci sono degli stili di vita e di sport che provocano sensazioni nuove, di rispetto profondo verso gli altri e verso se stessi”.
“Il concetto principale da comunicare è che lo sport va al di là dei risultati che si conseguono – ha dichiarato Luca Panichi – Non posso che ringraziare i miei 17 anni di ciclismo, grazie ai quali ho potuto superare l’ostacolo che è sopravvenuto. Grazie allo sport si riesce ad attingere a risorse che nemmeno si conoscono”.
Al termine del workshop, si è tenuto un pranzo a buffet nel chiostro di San Francesco realizzato dall’associazione “Ragazzi speciali” supportati dal cuoco Massimo Rossi.