Roma, 12 apr. – (Adnkronos) – Pendolari in aumento in Italia. Se nel 2007 erano erano 13.149 milioni (pari al 22,2%) della popolazione, nel 2012 si è passati a 14.195 (il 23,4%), con una crescita che supera il milione di unità. Una massa di persone che ogni giorno si sposta per motivi di studio o di lavoro, ma che lo fa ancora usando per lo più l'automobile (il 46,4%) e la moto (5,2%) per un totale del 52,5% che utilizza il mezzo meccanico privato. Solo il 28,3% dei rispondenti utilizza una combinazione di mezzi di trasporto, la cosiddetta intermodalità. Lo rileva il rapporto Municipium per le Teknocittà, realizzato da Rur e Censis, secondo il quale il ricorso al mezzo privato, tra i pendolari italiani, è imputabile ad alcune criticità tipiche del nostro Paese, in particolare lo squilibrio modale e le carenze infrastrutturali. In Italia, infatti, lo squilibrio modale centrato sul largo utilizzo di mezzi di trasporto individuali è certamente legato allo storico ritardo delle infrastrutture su ferro, ma anche ad una cultura della mobilità tutta centrata sull'automobile. Gravi carenze, però, riguardano anche quelle infrastrutture di secondo livello, complementari, necessarie ad un passaggio ad un modello di mobilità più equilibrato. L'uso di parcheggi di interscambio, che permettono di limitare la congestione del traffico all'interno delle aree urbane è ancora limitato, pari solo ad un 10,6% dei rispondenti, di molto inferiore rispetto all'uso dei più classici parcheggi in struttura (24,7%). Tuttavia maggiore è la percentuale di chi vorrebbe usarli ma non lo può fare poiché nella propria città non esistono o non sono in funzione, cioè il 15,9% dei rispondenti. Percentuale che sale tra i residenti nelle piccole città (20,1%), più interessati a questo tipo di strutture perché più facilmente pendolari, e in generale nell'Italia meridionale e nelle isole (26,8%). Discorso analogo per le biciclette e le piste ciclabili. Le due ruote sono infatti un mezzo di trasporto usato in particolare nelle piccole e medie città del nord, mentre vengono utilizzate di meno nelle grandi città e nelle metropoli perché risulta impraticabile o rischioso spostarsi in bici, specie laddove mancano le piste ciclabili protette. Le piste ciclabili sono in effetti utilizzate in particolare nelle città con meno di 50.000 abitanti, dove la percentuale di utilizzatori sale al 25% e lo sarebbe ancora di più se il sistema funzionase meglio.
Articlolo scritto da: Adnkronos