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VI Festival Italiano del Cinema Sociale

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VI Festival Italiano del Cinema Sociale
FINALE IN FESTA PER UN'EDIZIONE APPASSIONANTE
con il direttore artistico Alessio Boni e gli ospiti della serata

Domenica 24 novembre premiati i vincitori:
MIGLIOR FILM Et in Terra Pax di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini
MIGLIOR ATTRICE Ludovica Falda (Pulce in Pulce non c'è di Giuseppe Bonito)
MIGLIOR ATTORE Carlo Cecchi (Carlo Grimaldi in Miele di Valeria Golino)
MIGLIOR SCENEGGIATURA La città ideale di Luigi Lo Cascio
MIGLIOR DOCUMENTARIO A mao e a luva di Roberto Orazi

Vince la Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica per il concorso "C'è tutto un mondo intorno" il liceo artistico di Marcianise (Caserta) con un cortometraggio sull'importanza di donare il sangue

Videomessaggio al Festival del Maestro Francesco Rosi premio alla carriera della Presidenza del Senato: "Raccontiamo il mondo che viviamo per dare un'immagine utile alla progettazione di un mondo migliore".

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A destra Matteo Botrugno e Daniele Coluccini, registi di "Et in terra pax", Miglior Film del VI Festival Italiano del Cinema Sociale

Si è conclusa ad Arezzo domenica 24 novembre 2013 in un clima di festa la VI edizione del Festival Italiano del Cinema Sociale, con la partecipazione del direttore artistico Alessio Boni e dei molti ospiti della serata. Come in tutte le sette sere precedenti, il Teatro Pietro Aretino era affollatissimo, l'atmosfera calorosa, l'attenzione alta.

Il premio al Miglior Film è andato a "Et in terra pax" di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini. Queste le motivazioni della Giuria Popolare, presieduta da Ilaria Miriam Mennuni – 20 anni, pugliese, studentessa di Lettere presso l'Università di Arezzo – dell'Associazione The Dreamers:

"Per aver raccontato in maniera scorrevole, coinvolgente, sorprendente, semplice ma non banale un tema difficile. Le questioni sociali sono trattate in maniera chiara e forte, la violenza della realtà non risulta mai cruda e scontata, anche grazie al buon uso di metafore della vita reale. Graditi i rimandi a un cinema italiano degli anni ’60 come quello Pasoliniano, non solo per il tema trattato ma anche per il particolare uso della traccia audio. In linea generale tutti gli elementi del lungometraggio sono ben coesi e bene interagiscono tra loro, frutto di una buona cooperazione tra i registi e l’opera".

Emozionati e felici i registi, che hanno ricevuto il premio dal direttore artistico del Festival Alessio Boni. Opera prima di solitudine e violenza giovanile, costata poco più di 70mila euro, girata al quartiere Corviale di Roma, che ha trovato accoglienza e consenso in oltre 50 festival internazionali ma non distribuzione in Italia, il film – che ha aperto la rassegna – ha emozionato e commosso il pubblico del Festival e la Giuria Popolare, che a maggioranza ne ha decretato la vittoria.

La Migliore Interprete Femminile è Ludovica Falda, giovanissima protagonista di "Pulce non c'è" di Giuseppe Bonito, "Per essere riuscita a illudere, convincere, a trasmettere emozioni, a coinvolgere gli spettatori in una storia molto forte. L’attrice si pone davanti a una prova difficile in maniera interessante, tanto da sembrare davvero affetta da autismo. Anche se giovanissima e alla prima esperienza, si è dimostrata forte e 'adulta'".

Ha impressionato molto l'interpretazione della giovanissima Ludovica (che all'epoca delle riprese aveva 8 anni) nei panni di Pulce, in un film difficile e complesso che racconta una storia realmente accaduta, dal romanzo omonimo di Gaia Rayneri: tanto impeccabile è stata la recitazione che gran parte del pubblico ha creduto che per il ruolo della protagonista fosse stata scelta una bambina realmente autistica. Bloccata a Torino, la città dove vive, da un'influenza, il premio è stato ritirato dal regista del film, Giuseppe Bonito, che ha raccontato la non facile preparazione di Pulce al suo ruolo, con metodo e diligenza. Un esordio assolutamente promettente.

Il Miglior Interprete Maschile è Carlo Cecchi, nei panni dell'ingegnere Carlo Grimaldi in "Miele" di Valeria Golino, "Per aver donato colore e sorriso – anche se amaro – al film. Attraverso la magistrale proprietà di linguaggio e gestualità, Cecchi riesce a passare tra comicità, serietà, ironia e sarcasmo, calandosi in un personaggio/corpo che è contenitore di tormento, sensibilità, paura e coraggio. Un personaggio che dà un taglio così forte al film non poteva trovare interprete migliore".

Al grande attore toscano (in Camerun per un impegno di lavoro) un meritatissimo premio alla migliore interpretazione maschile, che va ad aggiungersi al già nutrito palmares di "Miele": tre Nastri d'Argento 2013 – a Valeria Golino come Miglior regista esordiente, a Jasmine Trinca come Migliore attrice protagonista e a Emanuele Cecere per il Migliore sonoro in presa diretta; due Globo d'Oro 2013 – a Valeria Golino per la Miglior opera prima e a Jasmine Trinca come Migliore attrice; Menzione speciale della Giuria Ecumenica a Valeria Golino al Festival di Cannes 2013.

Il premio alla Migliore Sceneggiatura – anch'esso indicato dalla Giuria Popolare – è andato a "La città ideale" di Luigi Lo Cascio: "Una storia che spicca per originalità, pacata, di ampio respiro, scorrevole e piacevole, e che ben rappresenta l'evoluzione del protagonista nel corso della vicenda. I dialoghi sono toccanti e veritieri, la riflessione e il senso di ‘mistero’ che lasciano lo spettatore sospeso risultano parte di una struttura narrativa a cui da tempo nel cinema contemporaneo non si fa più ricorso".

La storia – ambientata a Siena, "la città ideale" – ha per protagonista un giovane siciliano spaesato e fin troppo fiducioso in un idealistico concetto di verità e giustizia, che viene accusato di un delitto che non ha commesso. Una storia sulle difficoltà di intregrazione e comunicazione di chi, come il protagonista, si sposta per lavoro entro i confini nazionali – non all'estero, ma vive come un qualsiasi 'straniero' un dramma che lo sovrasta.

Il premio al Miglior Documentario – attribuito da una Giuria composta da Loredana Betti (antropologa e psicanalista del Centro Franco Basaglia), Andrea Bocconi (psicoterapeuta e scrittore) e Bruna Cantaluppi (criminologa, esperta in politiche giovanili, legalità e sicurezza urbana) – va a "A mao e a luva. Storia di un trafficante di libri" di Roberto Orazi. Nel sottolineare le difficoltà di scelta tra le tre opere finaliste – "tutte di grande livello, sia per il contenuto che per la qualità filmica" – la Giuria ha inteso premiare il lavoro di Orazi "per aver documentato una vicenda che a partire da un sogno – quello del protagonista – ha permesso a tanti bambini e ragazzi di scoprire il proprio 'diritto alla poesia', una speranza per il futuro, in una situazione sociale e ambientale molto degradata". Menzione speciale per gli altri due documentari in concorso, "Gli occhi più azzurri. Una storia di popolo" di Simona Cappiello e Manolo Turri dall'Orto e "Mineo Housing" di Cinzia Castania.

A tutti i vincitori è andato il "Premio Francesco Petrarca al cinema sociale", preziosa opera in bronzo realizzata per il VI Festival Italiano del Cinema Sociale dallo scultore Cesare Del Brenna. I premi non ritirati saranno consegnati personalmente dal direttore artistico Alessio Boni nei prossimi giorni.

La Medaglia di rappresentanza del Presidente della Repubblica – attribuita per volontà del Quirinale all'opera vincitrice del concorso nazionale "C'è tutto un mondo intorno", per cortometraggi a sfondo sociale realizzati nelle scuole superiori di tutta Italia – è andata a "Donare è un atto d'amore", realizzato dalla 5/AS del Liceo Artistico di Marcianise (Caserta – referente prof. Pasquale Damiano), che tratta dell'importanza delle donazioni di sangue. Il corto vincitore è stato scelto tra quelli pervenuti dagli allievi della classe 3B a indirizzo audiovisivo e multimediale dell’Istituto d’Arte Piero della Francesca di Arezzo. Ha consegnato il premio al docente referente il Prefetto Vicario di Arezzo, dr. Rosalba Guarino.

Il Premio speciale alla carriera della Presidenza della Camera, conferito quest'anno da Cesvot all'attrice Valentina Cortese, è stato ritirato in sua vece dalla signora Elisabetta Invernici, curatrice di un bellissimo libro d'immagini e di una recente mostra di abiti e accessori dell'Ultima diva allestita a Palazzo Morando a Milano.

Questa la motivazione di Cesvot per il premio a Valentina Cortese: "Una delle più grandi attrici del teatro e del cinema internazionale. Divina interprete, prediletta dai più grandi registi, ha lavorato con i più grandi attori del Novecento, essa stessa luce accecante di grazia, stile, raffinatezza, capacità artistiche. Diva autentica, ha amato spesso reinventarsi in ruoli di personaggi che vivono storie che trovano nella realtà sociale la propria ragion d'essere".

Francesco Rosi – Premio speciale alla carriera della Presidenza del Senato – ha fatto pervenire al Festival un suo videomessaggio di saluto e ringraziamento, che è stato proiettato nel corso della serata.

"Il premio della Presidenza del Senato – afferma nel video, con grande modestia, il Maestro Rosi – mi riempie di responsabilità, e spero che i miei film corrispondano alle intenzioni e alle finalità del premio". "Ci sono molti giovani – prosegue Francesco Rosi – che oggi hanno voglia di fare un cinema che racconti il mondo nel quale viviamo, come quei registi che hanno tentato di dare un'immagine utile alla progettazione di un mondo migliore".

Questa la motivazione di Cesvot per il premio a Francesco Rosi: "Regista cinematografico e teatrale, valente sceneggiatore, è riuscito a trasfigurare in intenso e vigoroso cinema d'arte temi sociali e politici di grande complessità. In lui è straordinaria la capacità di trarre cinema di altissima poesia e luminosa visionarietà da vicende reali e drammatiche".

La consegna dei premi alla carriera è stata preceduta da una clip (da "Effetto notte" di François Truffaut per Valentina Cortese e da "Le mani sulla città" di Francesco Rosi) e da una nota biografica sui premiati a cura dell'Associazione The Dreamers, che ha anche coordinato i lavori della Giuria Popolare. Il buffet di saluto ai vincitori è stato allestito nel foyer del Teatro Pietro Aretino dall'Associazione Donne Insieme, associazione multietnica tra donne di ogni nazionalità per l'amicizia tra i popoli.

Grande soddisfazione è stata espressa dagli organizzatori – la delegazione Cesvot-Centro Servizi Volontariato Toscana di Arezzo – per l'ottima riuscita di questa VI edizione del Festival Italiano del Cinema Sociale, per la quale si ringrazia in modo particolare il direttore artistico Alessio Boni, i collaboratori alla direzione artistica – Fernando Maraghini, Maria Erica Pacileo e Francesca Piggianelli – le Giurie, i collaboratori e i volontari, tutto lo staff e tutti gli Enti e le Istituzioni – a iniziare dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, i Presidenti di Camera e Senato e la Polizia di Stato – che con la loro adesione hanno sostenuto la manifestazione.

Arrivederci alla VII edizione.