Home Nazionale Agricoltura: Lega a Martina, difendiamo patata italiana da assalto francesi/Adnkronos

Agricoltura: Lega a Martina, difendiamo patata italiana da assalto francesi/Adnkronos

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Roma, 28 set. (Adnkronos) – Difendiamo la patata italiana dall’assalto delle francesi. Dopo la denuncia di Coldiretti sull’import di tuberi transalpini a prezzi stracciati, 6-8 centesimi al chilo e con problemi di qualità organolettiche e garanzie sanitarie, è la Lega a chiedere al governo un intervento a tutela dell’ortaggio più consumato dagli italiani.
E lo fa con una interrogazione del deputato veneto Roberto Caon, che sollecita il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina a prendere iniziative per arginare il fenomeno e prevenire ulteriori danni ‘indiretti’ derivanti dallo stop alle importazioni deciso da Mosca in risposta alle sanzioni Ue contro la Federazione russa. ”L’embargo russo -spiega Caon- è la risposta ad una serie di sanzioni decretate dell’Unione europea contro la Federazione russa alle quali il nostro Paese ha aderito esponendosi così a rappresaglie commerciali sull’importazione di prodotti agroalimentari che hanno rappresentato un duro colpo per il nostro made in Italy”.
Il valore dell’export italiano verso la Russia nel 2013 -ricorda Caon- è stato pari a 10,4 miliardi di euro mentre. Nei primi quattro mesi del 2014 è stato di 2,8 miliardi di euro rendendo l’Italia il quarto fornitore europeo e pesando per il 2,8% sull’export complessivo italiano.
L’export italiano nel settore agroalimentare è stato di 1,1 miliardi di euro nel 2013 di cui un quinto, 221 milioni di euro, riguarda i prodotti che figurano nella black list russa. ”Le previsioni di danno economico per i prodotti e i valori di perdita totale delle esportazioni italiane oscillano -sottolinea Caon- tra i 163 e i 200 milioni di euro mentre ammonta a 100 milioni la perdita in valore, cifra che somma le ricadute su produttori, trasformatori ed esportatori, per il 2014 che può arrivare a 250 milioni nel 2015. Stime però provvisorie e alquanto aleatorie perché non tengono in considerazione i danni indiretti che questo embargo crea e potrebbe ancora produrre”.
Danni, osserva il deputato del Carroccio, ”che potrebbero portare a conseguenze ancor più devastanti ed avere effetti protratti nel tempo. Con il rischio di un danno anche definitivo ai rapporti commerciali con la Russia che potrebbero non riprendersi una volta che, finito l’embargo, i nostri produttori siano stati sostituiti da quelli di altri Paesi”.
Come se non bastasse, c’è anche ”il danno di immagine, perchè entrerebbero nel mercato russo imitazioni delle nostre eccellenze che nulla hanno a che fare con il made in Italy”. Un colpo all’immagine italiana al quale si aggiungerebbero, dice la Lega, ”ripercussioni sull’indotto rappresentato dal settore del trasporto e del packaging, insieme al rischio di dirottamento nel nostro mercato di prodotti agroalimentari di bassa qualità provenienti da Paesi che non trovano più sbocchi in quello russo”.
Il primo segnale di questi danni indiretti viene proprio dalle patate: milioni di tonnellate di tuberi, denuncia la Lega, ”premono alle frontiere dell’Italia rischiando di surclassare quelle nostrane come la ‘Primura’, la prima ed unica patata Dop italiana coltivata nel bolognese che ha ottenuto la denominazione nel luglio del 2012”.
Il nostro Paese, nonostante un aumento del 15% circa in volumi produttivi non riesce a soddisfare la richiesta interna, con una produzione di circa 16-17 milioni di quintali a fronte di un fabbisogno di circa 20 milioni di quintali. Le importazioni sono aumentate del 5 per cento, ”aprendo la porta a patate dai costi stracciati e con garanzie sanitarie non sufficienti”.
“Quest’anno in tutta Europa c’è stato un surplus di produzione e anche il nostro Paese ne avrebbe potuto beneficiare in termini di fabbisogno se non fosse stato per l’embargo russo che ha bloccato alle frontiere il 37% dell’export europeo di patate. Così si sono imposte nel nostro mercato patate che possono far leva su prezzi più bassi: 6-8 centesimi per quelle francesi, 14 centesimi per quelle tedesche, arrivando addirittura a 2 centesimi per quelle destinate all’industria”, conclude il deputato leghista.